Punjab: accusato di blasfemia, cristiano 22enne con disturbi mentali muore in carcere
di Jibran Khan
Per la polizia egli è deceduto per un malore improvviso, ma sacerdoti e attivisti chiedono indagini e giustizia. Come Rimsha Masih, egli era affetto da problemi di mente ed è finito in cella con accuse non comprovate. A distanza di una settimana gli inquirenti non avevano nemmeno aperto il fascicolo di inchiesta.

Islamabad (AsiaNews) - Un giovane cristiano affetto da disturbi mentali, in carcere con pretestuose accuse di blasfemia, è morto per un "malore improvviso" nella notte del primo dicembre. Questa, stando ai rapporti ufficiali, è la versione fornita dalla polizia ma sulla vicenda pesano diversi elementi avvolti nel mistero. A cominciare dall'accusa di aver infranto la "legge nera" dietro denuncia di un abitante della zona - e sostenuta da un gruppo di islamisti - che per molti versi appare del tutto pretestuosa. La vicenda presenta molti punti in comune con il dramma a lieto fine vissuto da Rimsha Masih, 14enne cattolica con problemi di mente, scagionata dall'accusa di blasfemia per non aver commesso il fatto (cfr. AsiaNews 20/11/2012 Cristiani pakistani felici per Rimsha Masih; gli islamisti accusano "manipolazioni"). Diversa, purtroppo, la sorte del ragazzo di soli 22 anni che è deceduto in regime di custodia cautelare, sebbene non vi fosse nemmeno un'indagine pendente a suo carico o prove concrete di colpevolezza.

Nadeem Masih era originario di Nankana Sahib, cittadina del Punjab, ed era affetto da gravi disturbi mentali. Il 22 novembre è stato incarcerato per blasfemia, con l'accusa di aver incendiato pagine del Corano. Egli è rimasto in cella per diversi giorni, nonostante la mancanza di prove specifiche di colpevolezza; dalle prime notizie emerge che gli investigatori non avevano nemmeno aperto un fascicolo sulla vicenda, proprio per l'inconsistenza degli elementi sinora acquisiti.

Secondo quanto riferisce la polizia, il fermo in regime di custodia cautelare è stato deciso per "garantirgli maggiore sicurezza", nel timore di rappresaglie dei fondamentalisti in caso di rilascio. Tuttavia, egli è deceduto nella notte del primo dicembre in circostante anomale: per gli agenti egli ha avuto un "malore improvviso" ed è morto. Attivisti e avvocati cristiani riferiscono invece che il giovane godeva di "buona salute" e che sarebbe deceduto per le percosse subite in cella. Un'ipotesi per nulla campata in aria, considerando quanto avvenuto nel 2009 ad un altro giovane cristiano (nella foto) originario del Punjab, Robert Fanish Masih (cfr. AsiaNews 15/09/2009 Punjab, ucciso in carcere il giovane cristiano accusato di blasfemia).

Il cadavere di Nadeem Masih è stato restituito alla famiglia, ma i legali chiedono l'autopsia per accertare le cause della morte. Il padre Yousaf Masih non vuole rilasciare dichiarazioni e non sembra nemmeno intenzionato ad approfondire le circostante della vicenda, forse per il timore di ritorsioni. Da sottolineare il fatto che una parte dei leader religiosi islamici della zona aveva preso le difese del ragazzo, sostenendo la sua innocenza.

Interpellato da AsiaNews p. Arif John, dell'arcidiocesi di Lahore, parla di "fatto tragico" che le autorità "devono indagare a fondo" per appurare "le circostanze" nelle quali è avvenuto ed eventuali responsabilità. E chiosa: "le accuse di blasfemia non dovrebbero essere una giustificazione per ammazzare la gente". Gli fa eco p. Kamran Johm, secondo cui "il giovane è stato rinchiuso illegalmente per una settimana" senza una denuncia a suo carico e acuendo il suo disturbo mentale: "è una palese violazione dei diritti umani - aggiunge il sacerdote - e sulla sua morte andranno svolte indagini approfondite".