Adb taglia le stime di crescita per l’Asia
A pesare sono le “incertezze” in Europa e negli Stati Uniti e il ridimensionamento dello sviluppo dell’economia indiana. New Delhi registra un calo nella produzione e un saldo negativo nelle esportazioni. In ripresa la Cina e indici molto positivi per le nazioni del sud-est asiatico (esclusa Singapore), un traino per tutto il continente.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) - La Banca asiatica per lo sviluppo (Adb) ha tagliato questa mattina le previsioni di crescita del continente per il 2012 e 2013, a causa delle "incertezze" in Europa e negli Stati Uniti, unite al ridimensionamento delle aspettative per l'economia in India. Nel supplemento sulle Previsioni di crescita, pubblicato di recente, la regione "Developing Asia" - dalla quale è escluso il Giappone - ha indici di crescita del 6% nel 2012 e al 6,6% per l'anno successivo; gli esperti fissano quindi uno 0,1% in meno all'anno, rispetto a quanto ipotizzato lo scorso mese di ottobre. Il gruppo dei Paesi inseriti nella fascia "Asia in via di sviluppo" è stato trascinato verso il basso dalla cattiva performance di New Delhi, a conferma del calo nella produzione industriale e del crollo nelle esportazioni.

Nel secondo trimestre, la produzione industriale dell'India è scesa dello 0,4% mentre il rendimento complessivo del Prodotto interno lordo (Pil) è calato al 5,3%, rispetto al 6,7% dello scorso anno. A questo si aggiunge anche il dato negativo nei consumi, che ha fatto registrare "una delle crescite più basse" degli ultimi anni. Di contro, la spesa nei Paesi del sud-est asiatico e una "lieve" ripresa in Cina hanno permesso di compensare le perdite derivanti dalla debolezza di New Delhi.

Per l'economista Changyong Rhee permangono però due gravi minacce, che arrivano dall'esterno: il problema persistente del debito e la debolezza economia in Europa, unite all'incombente "Fiscal cliff" negli Stati Uniti - il "precipizio fiscale, che rischia di portare fra pochi mesi all'aumento delle tasse negli Usa - rimangono ancora un grave problema, che mina le possibilità di sviluppo in Asia.

I dati di ottobre confermano invece un parziale recupero in Cina, dove la produzione industriale è in ripresa, toccando il punto più alto - il 9,6% - degli ultimi mesi e gli investimenti fissi in espansione del 20,7%, con aumenti del 25,5% anche negli investimenti per le infrastrutture.

Migliori di quanto ipotizzato, invece, i risultati provenienti da Malaysia e Filippine, che hanno dato un impulso alle nazioni del sud-est assieme al Vietnam, all'Indonesia e alla Thailandia; Bangkok ha fatto registrare un rimbalzo, dovuto anche allo "scarso impatto" sull'economia delle alluvioni dello scorso anno, che hanno messo in ginocchio per settimane il Paese. Nella regione solo Singapore appare in controtendenza, con una crescita dello 0,3% su base annua nel terzo trimestre.