Il governo di Wuhan spadroneggia sui parroci e sul futuro vescovo
di Jian Mei
Bloccate le nomine e i trasferimenti dei parroci. Dimissioni forzate per p. Shen Guoan, amministratore della diocesi. Questi si era rifiutato di farsi ordinare vescovo senza il mandato del papa. Si teme che il governo stia preparando una nuova ordinazione episcopale illecita.

Wuhan (AsiaNews) - Il governo di Wuhan ha deciso di interferire sulla vita della Chiesa bloccando le nuove nomine dei parroci e sospendendo l'ufficio di p. Shen Guoan, attuale amministratore della diocesi. Il tutto avviene mentre l'attenzione dei cattolici di tutto il mondo è puntato sul caso di mons. Taddeo Ma Daqin, esautorato del titolo di vescovo coadiutore di Shanghai.

Secondo informazioni giunte ad AsiaNews, 19 dei 23 sacerdoti della diocesi di Wuhan (Hubei) hanno partecipato ad un ritiro alla fine di novembre e dopo l'incontro hanno deciso per una ridistribuzione dei parroci, dopo molti anni di immobilità. Ma rappresentanti governativi degli affari religiosi hanno inviato messaggi e avvertimenti ad alcuni dei sacerdoti bloccando i trasferimenti e affermando che l'incontro era illegale.

Il 30 novembre scorso, p. Shen Guoan, durante una messa solenne per l'inizio dell'Anno della Fede, aveva invece confermato i trasferimenti. Subito dopo i sacerdoti sono stati interrogati dal governo e minacciati di non fare alcun cambiamento.

Le autorità hanno allora richiamato un sacerdote, p. Cui Qingqi, residente per studi a Pechino, anch'egli trasferito in una nuova parrocchia. Il primo dicembre, p. Cui è tornato ad Hankow, e prima di andare in diocesi ha visitato gli uffici del governo.

L'8 dicembre, nonostante le difficoltà e gli ostacoli posti dal governo, i sacerdoti di Wuhan hanno attuato i trasferimenti decisi, inviando lettere sulle nuove nomine ai parroci e messaggi di notifica ai dipartimenti del governo sulle attività religiose.

Il 13 dicembre, almeno 15 sacerdoti sono stati obbligati a partecipare a un incontro con i membri dell'Ufficio affari religiosi. Essi hanno comunicato ai sacerdoti che p. Shen veniva dimesso dalla cura della diocesi. Lo stesso è avvenuto per p. Shu Zigeng, segretario generale dell'Associazione patriottica (Ap) della provincia e della Commissione per gli affari ecclesiali.

Al loro posto, essi hanno costituito un Comitato per l'organizzazione della Chiesa guidato da p. Cui. Fra gli altri membri vi sono suor Wu Lin, vice-presidente dell'Ap nazionale; p. Li Bangmeng, p. Gao Leiqing e il laico Hu Guowei, membro dell'Ap.

Esperti dell'Holy Spirit Study Centre di Hong Kong si domandano come mai la libertà religiosa, così garantita dalla costituzione cinese, subisce simili pesanti interferenze, fino alla mancanza di rispetto verso i sacerdoti, alle nomine e ai trasferimenti dei parroci: una pratica interna alla comunità e molto normale nella Chiesa.

Il timore più grande è che l'intrusione delle autorità nelle nomine dei parroci e nelle dimissioni di p. Shen sia un primo passo per portare la diocesi di Wuhan a una situazione di scomunica e di rottura [1].

 


[1] Occorre ricordare che il governo aveva designato p. Shen Guoan come vescovo di Wuhan, ma senza il permesso della Santa Sede. I fedeli e lo stesso p. Shen si erano rifiutati di partecipare all'ordinazione episcopale illecita. Forse le sue dimissioni forzate sono una vendetta dell'Ap (v. Mons. Savio Hon: Vescovi cinesi, non abbiate paura di dire no alle pretese di Pechino, AsiaNews.it, 3/6/2011)