Senkaku/Diaoyu: le schermaglie aeree alimentano venti di guerra fra Tokyo e Pechino
Il governo cinese invia due caccia nei pressi delle isole contese; il portavoce della Difesa denuncia “azioni di disturbo” del Giappone. Il premier nipponico dichiara “non negoziabile” il possesso degli atolli. Esperto militare: mar Cinese orientale "fattore di crisi” che può condurre a “un confronto militare fra i due Paesi”.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Cresce il rischio di scontri militari fra Pechino e Tokyo, per il predominio su un gruppo di isole nel mar Cinese orientale. Ieri il governo cinese ha inviato due caccia J-10, per controllare aerei militari giapponesi nei pressi delle Senkaku/Diaoyu. Una mossa in risposta alle dichiarazioni del premier nipponico Shinzo Abe, che ha riaffermato la linea dura in merito al possesso dei territori contesi che definisce "non negoziabili". Per l'esperto di questioni militari Antony Wong Dong, presidente di International Military Association a Macao, le scaramucce nello spazio aereo sono un "fattore di crisi" che, a livello "potenziale", potrebbe condurre "a un confronto militare fra i due Paesi".

Il portavoce del ministero cinese della Difesa "denuncia" l'intensificarsi di "attività di sorveglianza" contro Pechino da parte delle forze aeree nipponiche; esse "disturbano" la "normale opera di controllo e addestramento" dell'aviazione militare e civile cinese. L'agenzia giapponese Kyodo News riporta invece "numerosi" avvistamenti di caccia cinesi nella zona difensiva di "identificazione" del Giappone, sebbene non si siano registrate vere e proprie violazioni dello spazio aereo.

Da diversi mesi Tokyo e Pechino si fronteggiano per la sovranità di questo gruppo di isole nel mar Cinese orientale, inviando navi, guardiacosta, pescherecci e ora anche velivoli. Nei giorni scorsi il ministero giapponese della Difesa "considerava" l'ipotesi di autorizzare la propria aviazione a sparare contro gli aerei cinesi, che violino lo spazio aereo nipponico. Per gli esperti queste continue provocazioni di Pechino sarebbero il tentativo di "testare [...] la reazione del Giappone" e di mettere "pressione sul governo per far presente che permane una disputa territoriale".

Le isole, note come Diaoyu in cinese e Senkaku in giapponese, sono al centro di una diatriba internazionale che dura da diversi anni. Dopo una serie di rivendicazioni reciproche, il governo giapponese ha acquistato le isolette da un privato che ne deteneva il possesso: per la Cina questo atto rappresenta "una provocazione". La tensione si è innalzata il 13 dicembre scorso, quanto Tokyo ha inviato alcuni caccia, dopo che un aereo cinese è entrato nello spazio aereo delle isole, per la prima volta dal 1958.

Il valore dell'arcipelago non è chiaro. Si pensa che esso abbia anzitutto un'importanza strategica, trovandosi sulla rotta delle più importanti vie marittime; altri affermano che oltre alle acque ricche di pesca, nel sottofondo marino vi siano sterminati giacimenti di gas. Nel 2008, come gesto di distensione, i due governi hanno firmato un accordo per lo sfruttamento e la ricerca congiunti nell'arcipelago, che tuttavia è rimasto lettera morta.