Non solo islam: anche Pyongyang vieta la bicicletta alle donne
di Joseph Yun Li-sun
L’uso del mezzo di trasporto alle donne è vietato in molti Paesi islamici, dall’Arabia Saudita all’Iran. Ma anche il regime stalinista non lo permette più, dato che “è contrario alla morale socialista”. Multe e sequestro del mezzo per chi viola il bando, la popolazione insorge: “Senza mezzi di trasporto, come facciamo?”.

Seoul (AsiaNews) - Dopo Ryadh, Teheran e Banda Aceh anche Pyongyang ha deciso di vietare alle donne l'utilizzo delle biciclette. In effetti il bando ha una storia antica, dato che venne introdotto da Kim Jong-il nei primi anni '90 perché "contrario alla morale socialista": ma era stato revocato lo scorso anno come gesto "riformista" da parte del nuovo regime di Kim Jong-un.

La reintroduzione di questa norma è stata confermata da alcune fonti al DailyNK, sito che verifica la situazione della Corea del Nord. Un abitante di Hoiryeong, nella provincia di Hamkyung settentrionale, racconta: "All'inizio del 2012 le autorità avevano eliminato la legge che proibisce alle donne di usare la bicicletta, ma questa è stato reintrodotto lo scorso 10 gennaio".

Al momento, aggiunge, "ci sono diversi funzionari del Servizio per la sicurezza che controllano il rispetto del decreto. Kim Jong-un [attuale giovane dittatore del Paese, terzogenito ed erede del defunto "caro leader" ndr] è andato però oltre suo padre: ha infatti proibito alle donne anche di salire sul retro di una bici e ha persino imposto un limite di carico per ogni mezzo di trasporto su due ruote".

Fino alla dipartita di Jong-il, inoltre, in caso di violazione si veniva multati con 5mila won (poco più di 4 euro): oggi chi viene sorpreso a infrangere le regole subisce anche il sequestro del veicolo. Questa novità, aggiunge la fonte, "sta creando disagi e rabbia fra la popolazione, non solo femminile. Si rischia infatti una paralisi seria della già misera economia rurale e cittadina: le biciclette sono fondamentali per il commercio".

L'economia nordcoreana è ancora improntata, nella stragrande maggioranza del Paese, sul baratto: i mercati rurali sono il luogo primario dove scambiarsi le merci. Inoltre, conclude la fonte, "noi non abbiamo macchine, motociclette o altri mezzi a motore. Con le bici si va e si torna dal mercato, si portano i figli piccoli in giro con meno fatica e si possono trasportare fino a 50 chili di carico".

Il bando è stato introdotto da Kim Jong-il subito dopo aver ereditato il potere dal padre. Secondo la dottrina stalinista nazionale, esso si spiega con il fatto che una donna in bici "è contraria alla morale socialista". In realtà, secondo molti esperti il "secondo Kim" decise di eliminare le biciclette per le donne dopo che la figlia di un quadro comunista molto vicino al dittatore venne uccisa in un incidente stradale.