Sanguinoso attacco delle forze algerine per liberare gli ostaggi. Non è chiaro il numero di uccisi e dispersi
L'agenzia locale afferma che sono stati liberati 600 algerini e 4 stranieri; diversi governi confermano che alcuni connazionali sono stati liberati e rimpatriati. Per Tokyo tre giapponesi sono liberi, ma non si conosce la sorte di altri 14. Le diplomazie internazionali criticano la decisione di Algeri: il blitz è avvenuto senza alcuna consultazione.

Algeri (AsiaNews/Agenzie) - Un attacco delle forze di sicurezza algerine in un complesso per l'estrazione del gas nel deserto, ha fatto molto morti fra i militanti islamisti e i loro ostaggi.

Ma ancora oggi le informazioni sui morti e sulle loro identità sono confuse. I militanti - attraverso un'agenzia della Mauritania, affermano che molti ostaggi sono stati uccisi, insieme a una diecina di islamisti; l'agenzia statale algerina dice che 600 algerini sono stati liberati insieme a quattro stranieri - due britannici, un keniano, un francese. Altre fonti dicono che vi sono stati almeno 30 morti, ma non si specifica la loro nazionalità.

Nel pomeriggio l'agenzia stampa algerina ha diffuso la notizia che ancora "60 stranieri sono tenuti in ostaggio".

Diversi governi hanno confermato la liberazione di alcuni ostaggi, ma tuttora non si conosce la situazione di almeno 20 di loro, se sono stati uccisi, feriti, o fuggiti.

Il governo irlandese ha confermato che un loro connazionale è stato liberato; gli Stati Uniti affermano che cinque americani sono liberi e hanno già lasciato il Paese; il Giappone conferma che tre suoi connazionali sono liberi, ma non si conosce la sorte di altri 14.

L'attacco delle forze algerine è stato deciso ieri pomeriggio e messo in atto senza consultare i Paesi interessati. Le diplomazie di Francia, Norvegia, Irlanda, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone hanno criticato Algeri per  essere state lasciate all'oscuro di tutto.

Il dramma ha avuto inizio due giorni fa, quando un gruppo di islamisti ha occupato il complesso industriale di  Tigantourine, per la produzione di gas, che si trova  a pochi chilometri da In Amenas, a 1300 km sud-est di Algeri e a poche decine di kilometri dal confine libico.

Secondo le autorità algerine, il gruppo è sotto il comando di Mokhtar Belmokhtar (v.foto), già capo di "Al Qaeda nel Maghreb islamico". Il giornale Tout sur l'Algerie afferma che "i terroristi sono penetrati nel territorio algerino passando dalle frontiere libiche. Essi appartengono al gruppo Bouchenab, agli ordini di Mokhtar Belmokhtar. Il gruppo è molto attivo nel Mali".

I militanti hanno dichiarato che fra le ragioni dell'attacco terroristico vi è proprio la feroce critica alla Francia per il suo intervento militare in Mali e all'Algeria che dà il supporto tecnico all'operazione.

Gli impianti di Tigantourine sono gestiti dalla BP insieme alla compagnia petrolifera statale algerina, la Sonatrach, e alla compagnia norvegese Statoil. Il gas estratto è venduto per la maggior parte in Europa