Papa: Le storiche divisioni dei cristiani una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa
All'Angelus Benedetto XVI invita a pregare per l'unità dei cristiani nella Settimana ad essa dedicata (18-25 gennaio). Quest'anno il tema, «Quello che esige il Signore da noi» (cfr Mi 6,6-8), è stato scelto e approfondito da un gruppo ecumenico in India. Il 25 gennaio, i Vespri a san Paolo fuori le mura, insieme ai rappresentanti delle Chiese cristiane. Una preghiera per la pace perché "cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato".

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Una delle colpe più gravi che deturpano il volto della Chiesa è quella contro la sua unità visibile, in particolare le storiche divisioni che hanno separato i cristiani e che non sono state ancora del tutto superate". È quanto ha affermato Benedetto XVI nella sua riflessione prima della preghiera dell'Angelus con i pellegrini radunati in piazza san Pietro. La constatazione del pontefice è legata al fatto che da più di 100 anni, dal 18 al 25 gennaio, nel mondo cristiano si celebra la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, "un momento - spiega il papa - sempre gradito ai credenti e alle comunità, che risveglia in tutti il desiderio e l'impegno spirituale per la piena comunione".

Gli esperti dicono spesso che lo slancio ecumenico nelle Chiese - soprattutto quelle non cattoliche - si va spegnendo. Ma Benedetto XVI ricorda con  affetto "la veglia che ho celebrato circa un mese fa, in questa Piazza, con migliaia di giovani di tutta Europa e con la comunità ecumenica di Taizé: un momento di grazia in cui abbiamo sperimentato la bellezza di formare una cosa sola in Cristo". I giovani di Taizé hanno infatti voluto celebrare a Roma il loro incontro europeo alla fine del 2012.

Il papa incoraggia "tutti a pregare insieme affinché possiamo realizzare «Quello che esige il Signore da noi» (cfr Mi 6,6-8), come dice quest'anno il tema della Settimana; un tema proposto da alcune comunità cristiane dell'India, che invitano a camminare con decisione verso l'unità visibile tra tutti i cristiani e a superare, come fratelli in Cristo, ogni tipo di ingiusta discriminazione".

Il pontefice ha poi ricordato che, come tradizione,  il 25 gennaio, a conclusione della Settimana, presiederà i Vespri nella basilica di San Paolo fuori le mura, con la presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali.

In precedenza, Benedetto XVI aveva commentato il vangelo della messa di oggi (II Domenica per anno, C), che riporta il miracolo delle nozze di Cana  (Giov. 2, 1-12), in cui Gesù compie il miracolo del cambiamento dell'acqua in vino. Con questo segno,  "Gesù si rivela come lo Sposo messianico, venuto a stabilire con il suo popolo la nuova ed eterna Alleanza, secondo le parole dei profeti: «Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Is 62,5). E il vino è simbolo di questa gioia dell'amore; ma esso allude anche al sangue, che Gesù verserà alla fine, per sigillare il suo patto nuziale con l'umanità"

"La Chiesa- ha precisato il pontefice -  è la sposa di Cristo, il quale la rende santa e bella con la sua grazia. Tuttavia questa sposa, formata da esseri umani, è sempre bisognosa di purificazione".

E prima della preghiera mariana, il papa ha aggiunto: "Cari amici, alla preghiera per l'unità dei cristiani vorrei aggiungere ancora una volta quella per la pace, perché, nei diversi conflitti purtroppo in atto, cessino le stragi di civili inermi, abbia fine ogni violenza, e si trovi il coraggio del dialogo e del negoziato. Per entrambe queste intenzioni, invochiamo l'intercessione di Maria Santissima, mediatrice di grazia".