Controlli e sicurezza alla vigilia del Plenum comunista

Decine di operai disoccupati sono stati fermati dalla polizia. Un fotoreporter americano è stato picchiato.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Decine di migliaia di personale militare hanno preso posizione in punti strategici della città alla vigilia della sessione annuale dell'Assemblea Nazionale del Popolo (Anp), che si apre domani a Pechino. Più di 650 mila persone, fra polizia, guardia civile ed esercito sono mobilitate per pattugliare la città, vigilare, garantire sicurezza. L'Anp, il parlamento cinese, raduna ogni anno per circa 10 giorni  circa 3 mila delegati da ogni zona del paese, nella Grande Sala del Popolo sul lato ovest della piazza Tiananmen. In concomitanza con l'Anp, si tiene quasi negli stessi giorni (è cominciato ieri), la Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc), che ha valore di consultazione e di consiglio verso l'Anp.

Unico momento di dibattito pubblico sullo stato della nazione, per l' appuntamento dell'Anp si radunano anche migliaia di persone che cercano di raggiungere qualche delegato per consegnare petizioni e commenti sulla situazione di operai, disoccupati, contadini, diritti violati. Nel timore di dimostrazioni che possono scuotere la sicurezza, il passaggio di pedoni su piazza Tiananmen è stato vietato; le auto che arrivano in città vengono fermate e perquisite; è proibito anche l'uso di palloni aerostatici, alianti, aeromodelli. Intanto sono avvenuti i primi incidenti: almeno 60 operai disoccupati del nordest, giunti a Pechino vari giorni prima – per evitare i controlli di questi giorni – sono stati fermati dalla polizia mentre cercavano di dar voce ai loro problemi. Uno di loro ha dichiarato: "Abbiamo perso il lavoro, non abbiamo nulla da mangiare, che cosa possiamo fare?". Un foto-reporter americano, Michael Reynolds, che cercava di incontrare alcuni gruppi con petizioni, è stato circondato dalla polizia e colpito ripetutamente.

La situazione a Pechino è tesa perché tutto il paese soffre un grande squilibrio fra ricchi e poveri, con una classe operaia e contadina sempre più inquieta. Le autorità temono anche che vi siano manifestazioni da parte di dissidenti o amici del defunto leader Zhao Ziyang, che rifiutò l'uso della forza sul movimento di Tiananmen nel 1989. I funerali di Zhao sono avvenuti sotto il controllo del partito, in tono dimesso. Domenica si conclude il periodo tradizionale del lutto per la sua morte.

Fra i temi sul tappeto vi è anzitutto il varo di una legge anti-secessione, che stabilisce l'uso della forza se qualche parte della Cina osa dichiarare l'indipendenza. La legge è vista come uno strumento per rafforzare il nazionalismo, ma anche per minacciare Taiwan e i gruppi filo-indipendentisti dell'isola.  Diversi analisti pensano che la legge sia calcolata anche per frenare le richieste di indipendenza dei gruppi islamici nel Xinjiang e i gruppi tibetani che continuano a domandare per il Tibet una piena autonomia.

Un altro tema è come mantenere un'economia sostenuta, frenando inflazione e corruzione, e distribuendo la ricchezza anche alle fasce più povere. Fra questi vi sono i contadini, la maggioranza della popolazione cinese, fra i più penalizzati dall'attuale processo economico.

Il portavoce della 10ma Anp, Jiang Enzhu, ha già dichiarato per il bilancio di quest'anno, la Cina prevede un aumento delle spese militari del 12,6% (circa 30 miliardi di dollari Usa). Negli ultimi 15 anni la Cina ha sempre aumentato il budget delle spese militari alla media del 10% annuale, nel tentativo di modernizzare il suo esercito e dotarlo di strumentazioni ad alta tecnologia. Proprio in questi giorni alcuni generali cinesi stanno visitando alcuni paesi europei per convincere l'Unione a togliere l'embargo sulla vendita di armi alla Cina, in vigore dai tempi del massacro di Tiananmen.

La 10ma Anp sarà anche caratterizzata dal passaggio definitivo di consegne a Hu Jintao: Jiang Zemin, ex presidente ed ex segretario generale, darà formalmente le dimissioni da presidente della Commissione militare centrale, concludendo la transizione del potere nelle mani della cosiddetta Quarta generazione. Molti analisti si aspettano che Hu Jintao, ormai rafforzato, comincerà un rimescolamento di posizioni e ministeri finora molto legati a Jiang Zemin e alla "cricca di Shanghai".