Per la prima volta, il Sol Levante propone all’Unesco di onorare i luoghi cristiani
I governatori delle Prefetture di Nagasaki e Kumamoto hanno presentato al ministro della Cultura Hakubun Shimomura una lista di 13 siti da presentare come “patrimonio dell’umanità”. Fra questi spiccano la cattedrale di Oura – il “miracolo d’Oriente” di Pio IX – e diversi siti di martirio. Nel Paese l’evangelizzazione ha subìto una delle persecuzioni più dure della storia.

Nagasaki (AsiaNews) - Per la prima volta nella sua storia, il governo giapponese sta considerando l'idea di proporre all'Unesco i luoghi storici della presenza cristiana nel Paese per farli inserire nella lista dei "capolavori del patrimonio artistico dell'umanità". I governatori delle Prefetture di Nagasaki e Kumamoto hanno presentato al ministro della Cultura Hakubun Shimomura una lista di 13 siti che Tokyo dovrebbe presentare il prossimo mese all'organismo internazionale. La proposta formale deve avvenire entro settembre.

Dei 13 luoghi, quasi la metà riguarda la presenza cristiana nel Paese. Spicca la cattedrale di Oura a Nagasaki, costruita da due missionari francesi della Società delle missioni estere nel 1864 per onorare i 26 martiri cristiani - 9 europei e 16 giapponesi - che erano stati crocifissi in quel luogo nel 1597 per ordine di Toyotomi Hideyoshi. L'edificio è il primo di struttura occidentale costruito nel Paese e nel 1933 è stato dichiarato "tesoro nazionale".

Dopo l'inaugurazione, un gruppo di persone provenienti dal villaggio di Urakami chiese a p. Petitjean - uno dei due missionari costruttori - di poter entrare nella chiesa per "poter salutare Maria". Il sacerdote venne così a scoprire che erano Kakure Kirishitans, discendenti dei primi cristiani giapponesi costretti all'anonimato a causa della persecuzione imperiale. Dopo questo primo gruppo, decine di migliaia di cristiani sotterranei vennero nella cattedrale e ripresero la pratica cristiana: papa Pio IX, informato dell'avvenimento, parlò di "miracolo dell'Oriente".

Oltre alla cattedrale, i governi locali hanno proposto anche alcuni siti di martirio e una parte delle catacombe in cui i cristiani nipponici del XVI secolo cercarono rifugio dalla caccia lanciato contro di loro dalla corte di Tokyo. Nagasaki è infatti il punto di partenza dell'evangelizzazione del Giappone, che venne respinta con forza dallo shogunato di Tokugawa e costretta al bando per 250 anni.