Nella “Candelora” l’esempio di Santa Teresa d’Avila contro la violenza sulle donne
di Nirmala Carvalho
Domani la Chiesa celebra la Presentazione del Signore e la XVII Giornata della vita consacrata. Per una ex bramina indù, oggi monaca carmelitana di clausura, i consacrati sono “ponti tra Dio e l’uomo”, chiamati a irradiare la luce di Cristo. Come donna e come religiosa, la fondatrice dell’ordine carmelitano è modello per la nuova evangelizzazione, e per fermare discriminazioni di genere, aborti selettivi e feticidi femminili.

Mumbai (AsiaNews) - "Ogni forma di violenza contro le donne è un male terribile, e come monache carmelitane ci tocca in profondità proprio mentre celebriamo il genio femminile di Santa Teresa d'Avila e il dono della vita consacrata". A parlare è suor Mary Joseph (v. foto), una bramina indù convertita al cristianesimo, che oggi è monaca di clausura del monastero carmelitano di Andheri East a Mumbai. Domani la Chiesa cattolica celebra la festa della Presentazione del Signore e la XVII Giornata della vita consacrata, la "Candelora", simbolo di luce che prende spunto dall'incontro di Simeone e Anna con Gesù nel Tempio, che riconoscono in Lui il Messia atteso, "la luce degli uomini".

"Noi consacrati - spiega suor Mary Joseph - siamo chiamati a irradiare la luce di Cristo, testimoniandola con le nostre vite e le nostre opere. Siamo dei 'ponti' per tutte le persone che incontrano Dio. Noi [carmelitane] ci siamo ritirate dal mondo per abbracciare tutti nel cuore di Gesù".

Ma per le religiose la giornata di domani ha un'importanza particolare, perché cade nel contesto dell'Anno della fede, della nuova evangelizzazione e del 450mo anniversario della fondazione del monastero di San Giuseppe da parte di Santa Teresa d'Avila, l'inizio della riforma dell'ordine.

Nel messaggio per il 450mo anniversario dell'ordine Benedetto XVI ha presentato Teresa d'Avila come un modello per la nuova evangelizzazione per tutti i cristiani, perché "evangelizzò senza mezzi termini, con ardore mai spento, con metodi lontani dall'inerzia, con espressioni aureolate di luce".

In un momento in cui l'India è ancora scossa dal terribile stupro di New Delhi e discute della violenza contro le donne, proprio l'esempio della santa come religiosa e come donna "è particolarmente significativo" e "ci spinge a pregare con grande intensità per tutte le indiane vittime di discriminazione". Una discriminazione, aggiunge suor Mary Joseph, "che ha inizio ben prima di venire al mondo, attraverso gli aborti selettivi, e con gli infanticidi femminili".

"La vocazione - riflette la religiosa - è un dono di Dio così immenso che non si può spiegare. Per me, la 'fede' è un tesoro, una perla di inestimabile valore. Come comunità Dio ci invita a testimoniare il suo amore attraverso l'adorazione e la preghiera, con l'Eucarestia al centro della nostra vita. Cerchiamo di sostenere la Chiesa, e di intercedere per l'umanità".