Due nuovi accordi avvicinano Taipei e Pechino
di Xin Yage
Siglato un accordo finanziario che permette la circolazione delle due monete nazionali in Cina e Taiwan. Espressa la volontà di aprire uffici di rappresentanza (politica) bilaterali.

Taipei (AsiaNews) - A pochi giorni dal Capodanno cinese sono stati firmati due importanti accordi negoziali tra la Cina continentale e l'isola di Taiwan: uno finanziaria e uno politico-diplomatica. Dal 6 febbraio, infatti, la Banca centrale di Taiwan - in accordo con la Banca centrale cinese - ha aperto allla possibilità di ottenere prestiti e depositi in renminbi [la valuta continentale] in 46 banche locali. Gli investitori taiwanesi hanno già più di un miliardo di renminbi continentali nelle 46 banche dell'isola in cui è possibile il cambio. In base alle previsioni, il contante di renminbi in circolazione sull'isola potrebbe superare presto i 100 miliardi.

Viceversa i dollari taiwanesi in circolazione nel continente hanno un valore di circa mille miliardi, ma "la Banca centrale sta ancora calcolando con esattezza" dice il signor Chen (陳阿梪), impiegato in una delle maggiori banche taiwanesi. Alcune banche di Hong Kong avevano già aperto 13 filiali con dollaro taiwanese nel continente, facilitando il cambio di moneta per i turisti dalla Cina che non dovevano aspettare di arrivare all'aeroporto o sull'isola per ottenere la moneta locale. E la scorsa settimana la Banca di Taiwan ha iniettato 25 milioni di dollari taiwanesi (circa 850mila dollari americani) in contanti nel mercato continentale.

"Con questo accordo il vantaggio per i servizi finanziari taiwanesi è evidente", ci dice sempre il signor Chen, "perché li fa uscire dall'isolamento di non poter offrire servizi in moneta continentale. Se Taipei vuole competere con i centri finanziari globali, Hong Kong e Shanghai, deve poter avere accesso a una forte liquidità e riuscire a diversificare i suoi servizi bancari".

L'altra negoziazione, che non si è però ancora tramutata in accordo, è la volontà da parte del taiwanese Sef ( Straits Exchange Foundation, Fondazione per gli scambi sullo Stretto, 海峽交流基金會) e dalla sua controparte continentale Arats (Relations Across the Taiwan Straits, Ufficio per le relazioni sullo Stretto di Taiwan, 海峽兩岸關係協會) di avere uffici di rappresentanza reciproci sulle due sponde dello stretto.

Sempre il 6 febbraio, durante una conferenza stampa, il ministro taiwanese per gli Affari continentali (行政院大陸委員會主任委員) Wang Yu-chi (王郁琦) ha detto che vuole sottoporre al Parlamento (立法院) un disegno di legge con questa proposta perché sia approvata nei prossimi sei mesi.

Le relazioni fra i due lati dello Stretto sono migliorate di molto da quando Ma Ying-jeou è diventato presidente di Taiwan (2008) e ha aperto una politica di dialogo con Pechino. Da allora l'integrazione tra il continente e l'isola continua a passo sicuro, infatti sono già stati firmati 18 accordi di cooperazione, tutti a livello non politico.

Anzitutto i "tre collegamenti" (三通": posta 通邮, trasporti 通航, e commercio 通商) proposti da Pechino a Taipei nel 1979 durante il Congresso Nazionale del Popolo (全國人民代表大會), che sono stati rilanciati ufficialmente il 15 dicembre 2008.

A livello economico, bisogna tener conto che negli ultimi decenni circa il 70% del capitale taiwanese è stato investito nel continente da industrie taiwanesi leader mondiali come Foxconn (鴻海科技集團), Tsmc (台灣積體電路製造公司), Htc e molte altre.

Il 29 giugno 2010 c'era già stato l'accordo commerciale tra Taipei e Pechino (Economic Cooperation Framework Agreement - ECFA - in cinese 海峽兩岸經濟合作架構協議), che ha creato un'area di commercio preferenziale tra l'isola e il continente, un passo obbligato per Taiwan per riuscire a fissare accordi commerciali internazionali possibili solo con il beneplacito di Pechino.