Leader Baha’i: Benedetto XVI, il dialogo e l’eredità di Assisi 2011
di Nirmala Carvalho
A.K. Merchant ricorda il raduno “pellegrini della verità, pellegrini della pace” convocato dal papa a 25 anni dalla Giornata voluta da Giovanni Paolo II nel 1986. L’accoglienza dei giovani, testimonianza di come Benedetto XVI sia “compasso morale” per le nuove generazioni.

Mumbai (AsiaNews) - La disponibilità di Benedetto XVI ad accogliere tutti, a dialogare con il prossimo, e l'impegno della Chiesa cattolica per la pace, la giustizia e l'armonia: sono i ricordi più vividi che A.K. Merchant, direttore ed ex segretario generale della comunità indiana Baha'i, ha del suo incontro con il papa durante la Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia tenuta ad Assisi il 27 ottobre 2011. Venticinque anni dopo la storica Giornata voluta da Giovanni Paolo II nel 1986, il papa ha invitato circa 300 rappresentanti delle religioni mondiali, da 50 differenti nazioni, oltre a personalità non credenti, per confrontarsi sul tema "Pellegrini della verità, pellegrini della pace". Ed era presente anche un rappresentante Baha'i, invitato a partecipare.

La religione Baha'i riconosce tutti i fondatori della grandi religioni come annunciatori di un unico Dio e predica l'umanità come una singola razza, senza distinzioni etniche o religiose.

Della Giornata di Assisi, per Merchant è stato significativo come "il Santo Padre abbia affermato il bisogno di dialogare sia con i credenti che con i non credenti, senza mai sacrificare la propria identità. È andato oltre la religione e la spiritualità, riconoscendo che tutti, anche l'ultima persona sulla Terra, devono essere accolti e ascoltati". Proprio "questa inclusività del papa rivela il profondo rispetto per la persona umana".

In quell'incontro, il leader Baha'i è rimasto impressionato anche dalla risposta dei giovani: "Migliaia di ragazzi erano lì ad aspettarci al nostro arrivo. Il loro entusiasmo e il loro amore verso il Santo Padre sono stati molto coinvolgenti. Benedetto XVI si è sempre rivolto ai giovani con immensa dignità, sottolineando il loro potenziale e la loro capacità di essere forza di trasformazione positiva per questa società. E la risposta dei ragazzi rivela in modo chiaro che questo papa è stato un "compasso morale" per la loro generazione".