Spiragli in Medio Oriente: ritiro israeliano, stop alle lodi ai terroristi
Docente cristiano da Betlemme: "I palestinesi sono stufi del terrorismo. Ok la riconsegna di Tulkarem, ma il processo di pace resta lungo".

Betlemme (AsiaNews) - Oggi dovrebbe iniziare il ritiro dell'esercito israeliano dalla città palestinese di Tulkarem che passerà sotto il controllo delle forze dell'Autorità palestinese (Ap). Uno sviluppo "positivo", secondo Bernard Sabela, docente all'università di Betlemme,  anche se tale fatto – ricorda l'intellettuale cristiano – "non significa che siano risolti tutti i problemi" tra le due parti.

La decisione di Israele di consegnare il controllo di alcune città palestinesi rappresenta uno dei frutti del summit di Sharm El-Sheikh dell'8 febbraio scorso fra il presidente Abu Mazen e il premier Ariel Sharon. Il disgelo fra Israele e Palestina aveva portato alla liberazione di 500 prigionieri palestinesi, alla promessa scarcerazione di altri 400 e all'imminente restituzione di 5 città alle forze dell'Ap. Un attentato suicida a Tel Aviv, avvenuto il 25 febbraio, in cui erano stato uccisi 5 israeliani, aveva fatto temere la ripresa della violenza e il blocco del dialogo, ma proprio domenica leader militari delle due parti hanno concordato la consegna della città di Tulkarem alla polizia palestinese.

Secondo Sabela, tale fatto è "positivo" come pure gli sviluppi della situazione mediorientale dopo Sharm El-Sheikh. "Ma il processo di pace" rimarca Sabela "è ancora lungo e ostico" e permangono situazioni difficili: "A Betlemme continua la costruzione del Muro e i cristiani palestinesi hanno notevoli difficoltà a spostarsi".

Qualcosa comunque si muove all'interno della società palestinese: il recente attentato di Tel Aviv non ha avuto il solito riscontro di lodi e approvazione da parte della popolazione e per la prima volta nessuna fazione estremista si è attribuita l'azione terroristica del kamikaze. Nessun poster di Abdallah Badran, l'attentatore suicida, è stato stampato e diffuso nei Territori. "Nessuno in Palestina ha lodato o è stato contento dell'attentato del 25 febbraio" afferma Sabela. "Questo perché i palestinesi sono stufi e stanchi degli attacchi terroristici, e non vogliono più essere associati alla violenza". "Noi tutti vogliamo la fine dell'occupazione israeliana e vivere in pace con i nostri vicini israeliani" conclude il docente di Betlemme. "Per questo Israele deve compiere passi concreti per mettere fine all'occupazione dei Territori". (LF)