West Java, ahmadi nel mirino di estremisti islamici e autorità locali
di Mathias Hariyadi
Nella reggenza di Tasikmalaya centinaia di fondamentalisti hanno assaltato una scuola causando gravi danni all’edificio. In precedenza le autorità di Bekasi avevano imposto i sigilli alla moschea di al Misbaq. Il gruppo di ahmadi si è asserragliato all’interno dell’edificio per impedirne la chiusura.

Jakarta (AsiaNews) - Nella provincia di West Java la minoranza musulmana ahmadi, bollata come eretica, è finita di nuovo nel mirino dei movimenti estremisti e delle autorità locali, con la chiusura di due centri utilizzati come scuola e luogo di culto. Ieri nella reggenza di Tasikmalaya centinaia di fondamentalisti islamici hanno attaccato un istituto per l'insegnamento dell'islam, causando gravi danni all'edificio. In precedenza le autorità di Bekasi avevano imposto il blocco forzato della moschea al Misbaq, situata nel sotto-distretto di Jatibening, dietro pressioni dell'ala fondamentalista. 

Ieri nel mirino dei gruppi estremisti è finita la Ahmadi Islamic Boarding School di Tasikmalaya, un centro che accoglie ragazzi e ragazze per l'insegnamento della religione musulmana. La "Pesantren" (istituto islamico di istruzione) ha subito pesanti danni e le studentesse sono tuttora in stato di shock. La folla inferocita protagonista dell'assalto ha inoltre invocato la cacciata del "guru" ahmadi Ridwans, responsabile del centro.

Nel frattempo le autorità di Bekasi hanno imposto i sigilli alla moschea ahmadi al Misbaq, dietro pressioni del Fronte di difesa islamico (Fpi). Secondo i leader della protesta, la setta musulmana "eretica" va cacciata dal Paese perché "i suoi insegnamenti sono in contrasto" con i principi della fede e gli insegnamenti di Maometto. Incuranti del provvedimento deciso dalle autorità, dal 4 aprile scorso un piccolo gruppo di fedeli - in tutto una ventina di ahmadi - si è barricato all'interno del compound. Il giorno successivo almeno 200 persone fra funzionari dell'amministrazione di Bekasi e forze dell'ordine hanno avviato le operazioni di blocco dell'edificio, in ottemperanza alla "fatwa" emessa dalle autorità ministeriali di Jakarta secondo cui la minoranza religiosa non rispecchia i "veri principi" della fede islamica.

Gli ahmadi - discepoli del fondatore Mirza Ghulam Ahmad - non riconoscono Maometto come ultimo profeta e, per questo, sono considerati eretici. La caccia alla setta in Indonesia è uno dei tanti segnali della mancata tutela delle minoranze religiose nel Paese, dove spesso anche le comunità cristiane finiscono nel mirino degli estremisti. Ad oggi solo tre province dell'arcipelato hanno dichiarato lecita la setta ahmadi: Yogyakarta, Jakarta e Jambi. La maggior parte delle province non si sono espresse, mentre in diverse zone del West Java, fra cui Bogor e Kuningan, sono frequenti gli atti "violenti" contro i fedeli, con raid e attacchi mirati.