Pechino arresta 21 tibetani: protestavano contro la demolizione delle loro case
Forze di sicurezza e autorità cinesi hanno espropriato i terreni e spianato abitazioni e tende a Kyegudo (provincia del Qinghai). Nella zona il 14 aprile 2010 un forte terremoto ha provocato migliaia di vittime e la distruzione di centinaia di case.

Dharamshala (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità cinesi hanno arrestato 21 tibetani, che ieri protestavano contro la demolizione forzata delle loro case a Kyegudo (provincia del Qinghai, Tibet orientale). Lo riferisce il Phayul, il quotidiano del governo tibetano in esilio, citando fonti locali. Sei di loro sono rimasti feriti in modo grave negli scontri con la polizia cinese.

"Il conflitto - riferiscono alcune fonti locali - è esploso quando alcuni residenti tibetani hanno protestato contro funzionari cinesi per la demolizione. I poliziotti hanno spianato case e tende appena costruite e picchiato chiunque tentasse di resistere alla demolizione". I funzionari cinesi hanno motivato l'esproprio e la demolizione dichiarando che gli occupanti non erano registrati in modo legale.

Il fatto è avvenuto nell'anniversario di un devastante terremoto che nel 2010 ha colpito l'altopiano tibetano di Qinghai. Nel sisma morirono migliaia di persone, e case e proprietà andarono distrutte. Da allora, il processo di ricostruzione è stato molto lento e vittima di nepotismi e ritardi architettati ad hoc da Pechino.