Esami di fine anno: insegnanti e studenti in rivolta contro il ministero dell’Istruzione
di Mathias Hariyadi
In molte province e distretti indonesiani non sono stati consegnati per tempo compiti e soluzioni dei test. Al centro della polemica il titolare del dicastero, che respinge le accuse e punta il dito contro stamperie e addetti alla distribuzione. Nel tempo gli esami sono diventati fonte di corruttela e malaffare; ma sono fondamentali per accedere ai migliori istituti.

Jakarta (AsiaNews) - Insegnanti e studenti in rivolta contro il ministero indonesiano dell'Istruzione, che non ha consegnato per tempo le prove - con relativa risoluzione dei test - degli esami di fine anno in programma in questi giorni per le superiori. Diversi distretti e province dell'arcipelago stanno valutando l'ipotesi di "sospendere" le sessioni, mentre dal versante governativo si ostenta calma e il titolare del dicastero esclude qualsiasi ipotesi di dimissioni. Nei prossimi giorni la situazione potrebbe complicarsi ancor più, quando gli esami di fine anno (UAN) riguarderanno pure gli studenti delle medie e delle elementari; sembra infatti che il ministero non abbia consegnato a tutte le scuole interessante compiti e soluzioni.

Da tempo in Indonesia alla fine dell'anno scolastico gli studenti sono sottoposti a un test, con il quale viene valutato il grado di istruzione generale. Esso è fondamentale per accedere ai lvelli superiori di istruzione e accedere ai migliori atenei dell'arcipelago, garanzia di un futuro lavorativo di prestigio. Quest'anno le sessioni finali hanno scatenato una vera e propria rivolta in alcune province, dove il ministero dell'Istruzione non ha provveduto a consegnare per tempo i moduli con migliaia di casi segnalati e un malcontento diffuso.

Secondo le procedure i testi per gli esami sono stampati in appositi centri, conservati in luoghi "sicuri" e consegnati ai provveditorati locali, i quali poi li distribuiscono nelle scuole. Al centro delle polemiche è finito Muhammad Nuh, titolare del dicastero, sul quale pende la richiesta di dimissioni. Per protesta, alcune scuole superiori si rifiutano di procedere - sebbene in ritardo - con le sessioni di esami. Tuttavia il ministro non intende cedere, liquida con un sorriso e qualche battuta il malcontento montante e accusa di inefficienza i centri preposti alla stampa e alla distribuzione dei compiti.

Va peraltro ricordato che gli esami di fine anno rappresentano un passaggio importante nella carriera di ogni studente e, nel tempo, si sono trasformati in fonte di corruttela, nepotismo e ruberie. Molti sono disposti a versar denaro o altri beni per ottenere le soluzioni a problemi e quesiti. Stamperie, addetti della sicurezza, personale incaricato della consegna, insegnanti e supervisori sono coinvolti nel processo e chiunque può diventare un veicolo privilegiato per aver accesso ai test, nonostante il tentativo di vigilare sulla regolarità. Da qualche tempo anche l'elettronica si è rivelata un prezioso "alleato", con studenti che nascondo nelle scarpe o nei vestiti telefonini e apparecchi.