Sisma in Sichuan: cattolici fra le vittime sperano di ricostruire le case e le chiese distrutte
di Jian Mei
Nella zona colpita almeno 6mila su 10mila cattolici hanno perso casa, fattoria, campi. Tre chiese sono completamente distrutte, molte altre con danni gravi. Colpito anche il seminario regionale di Chengdu. Alcune chiese, giĆ  distrutte nel terremoto del 2008, non erano ancora ricostruite. Il card. Tong lancia appelli alla preghiera e alla raccolta di fondi da donare attraverso Caritas Hong Kong. Molta gente, disgustata dalla corruzione del governo cinese preferisce donazioni dirette attraverso le ong che lavorano in Sichuan.

Chengdu (AsiaNews) - Insieme a tutta la popolazione del Sichuan, i cattolici hanno osservato tre minuti di silenzio stamane alle 8.10, in memoria di tutti i morti del terremoto di magnitudo 7 che ha colpito a quell'ora la regione lo scorso 20 aprile. Secondo la cultura cinese, il settimo giorno dopo la morte è giorno di lutto.

Fino a ieri, il bilancio delle vittime diffuso da Xinhua per la contea di Lushan, nella zona di Yaan (Sichuan), è di 196 morti e 13.484 feriti.

P- Chen Yong, della parrocchia di Santa Maria, vicino a Yaan (diocesi di Leshan), racconta che i suoi fedeli vivono insieme agli altri sopravvissuti sotto le tende e ricevono cibo, coperte e medicine dalle squadre di soccorso. Molte case sono crollate oppure sono divenute pericolanti.

Su 10mila cattolici dell'area, almeno 6mila sono stati colpiti dal terremoto. "Fino ad ora - dice p. Chen - non ci è giunta nessuna notizia di cattolici morti nel sisma, ma alcuni sono feriti e almeno uno è ricoverato all'ospedale".

P. Chen, ordinato lo scorso anno, è uno dei tre parroci che servono la zona colpita.

La maggior parte degli abitanti sono contadini e allevatori di polli. Il sisma ha distrutto case, campi e fattorie e ora essi sono molto preoccupati per come faranno a vivere o ricostruire la loro casa, essendo poveri.

Dal giorno del sisma, p. Chen e gli altri sacerdoti stanno aiutando le persone, trasportando feriti e coordinando gli aiuti di emergenza. Diversi volontari cattolici sono arrivati nella zona colpita per aiutare le vittime del terremoto e per far giungere gli aiuti nelle zone più lontane.

Almeno tre chiese della zona sono completamente distrutte; molte altre hanno subito danni gravi. P. Chen dice che per il momento i sacerdoti celebrano messa o pregano all'aperto. "Il primo giorno dopo il sisma - continua - il tempo è trascorso correndo da una parte all'altra, per aiutare, soccorrere, rispondere ai bisogni delle vittime. Le strade che collegano i villaggi erano danneggiate o bloccate dalle frane; le telecomunicazioni interrotte. Ora qualche servizio è stato ripristinato".

A Chengdu, la capitale della provincia, circa 160 km dall'epicentro, il seminario regionale del Sichuan è stato colpito. Seminaristi e insegnanti sono salvi: al momento del terremoto sono stati subito evacuati dai dormitori e dagli edifici. I muri e la cappella presentano forti crepe, che si sono aggiunte a quelle che rimangono del terremoto del 2008.

Il 21 aprile sera, i seminaristi hanno tenuto un momento di preghiera, sullo stile di quella di Taizé, facendo lutto per i morti, pregando per le vittime e chiedendo al Signore la forza di affrontare questa nuova prova.

Alcune delle chiese colpite dal terremoto del 2008 non erano ancora riparate in pieno o ricostruite.

La Chiesa e diverse organizzazioni non governative hanno lanciato appelli per donazioni e sostegno alle vittime del terremoto. Ma la gente è molto riluttante a donare perché sono emerse molte prove di enormi fondi rubati da autorità corrotte dopo lo scorso terremoto.

A Hong Kong il parlamento sta discutendo la proposta del governo di donare o no 100 milioni di dollari di HK [circa 10 milioni di euro] in aiuto alle vittime del terremoto. I liberali chiedono invece di donare i fondi in modo diretto attraverso ong che lavorano nel territorio colpito.

Un cattolico di Hong Kong confessa ad AsiaNews che egli ha scelto di fare una donazione attraverso una ong di Hong Kong che lavora in Sichuan. "Detesto la corruzione delle autorità cinesi - dice - che hanno intascato il denaro che doveva andare ai bisognosi. Ma questa malvagità non ferma il mio amore e la mia cura per le vittime che soffrono per aver perduto i loro cari e le loro case. In più, nella zona colpita il tempo è ancora freddo. Ho fiducia in quelle ong che sono trasparenti e usano i fondi in modo onesto, aiutando con sincerità le persone nel bisogno".

Il card. John Tong, vescovo di Hong Kong, ha chiesto ai fedeli della diocesi di pregare per le vittime del terremoto e di fare donazioni attraverso la Caritas di Hong Kong. Anche papa Francesco, il giorno dopo il sisma, ha pregato per i colpiti del terremoto in Sichuan.