Il Giappone celebra la Vergine di Tsuwano, “conforto dei martiri”
di Joseph Yun Li-sun
Nel Sol Levante è molto rispettata la memoria dei cristiani sotterranei che subirono le persecuzioni del XVI e del XIX secolo. La Madonna sarebbe apparsa ad alcuni “kakure kirishitan” durante le torture inflitte loro nel 1867. La storia del giovane Yasutaro, rinchiuso in una gabbia di un metro, che invece di abiurare la fede muore sorridendo con il conforto di Maria. Le foto del santuario.

Nagasaki (AsiaNews) - La comunità cattolica giapponese è in festa oggi per le celebrazioni di Nostra Signora di Tsuwano, festività mariana legata alle apparizioni della Vergine ai martiri del 1850. Le apparizioni non sono state ancora confermate dalla Santa Sede, ma la popolarità del santuario è altissima fra i cristiani del Sol Levante, che il 3 maggio festeggiano Maria, ma ricordano anche i primi testimoni della loro fede.

Dopo circa due secoli e mezzo di totale clandestinità, la comunità cristiana sotterranea del Giappone - i "Kakure Kirishitan", convertiti nel XVI secolo e rimasti fedeli alla Chiesa nonostante la totale assenza di missionari, sacerdoti, libertà o pratica religiosa - riemersero dall'oscurità dopo l'inaugurazione della chiesa di Oura (nei pressi di Nagasaki) che il governo di Tokyo aveva concesso ai missionari francesi.

Mentre pregava all'interno della chiesa, il 17 marzo 1864, il p. Petitjean - missionario del Mep, poi divenuto primo vescovo di Nagasaki - venne raggiunto da un piccolo gruppo di contadini del luogo che gli chiese se "fosse possibile salutare Gesù e santa Maria". Dopo un primo momento di stupore, il sacerdote si fece raccontare la loro storia: una comunità cristiana numerosa e ancora fedele a Roma era presente nel Paese sin dalle persecuzioni del 1500.

Papa Francesco ha parlato diverse volte con molto rispetto di questa testimonianza. Da sacerdote, il futuro pontefice aveva sperato di essere inviato in missione in Giappone ma, per motivi di salute, non è riuscito a partire. Inoltre, da vescovo e cardinale di Buenos Aires ha più volte ricordato "il grande esempio" della comunità cristiana giapponese.

Questa scoperta mise però in pericolo il gruppo: in Giappone era ancora in vigore il decreto che bandiva il cristianesimo - bollato come "culto malvagio" - e ne proibiva la pratica: i fedeli scoperti erano condannati a morte. Il governatore di Nagasaki chiese consiglio alla Corte imperiale, che rispose di "far tornare i cristiani allo shintoismo o passarli con il filo della spada". Per mostrare le proprie "buone intenzioni", nel 1867 i funzionari dell'epoca provarono la prima strada.

Un primo scaglione di 3500 cristiani venne arrestato e inviato in diverse parti del Paese per sessioni di lavaggio del cervello e tortura. Di questi, 28 vennero mandati a Tsuwano e rinchiusi in un vecchio tempio scintoista abbandonato. All'inizio dell'inverno, a turno, venivano chiusi in una gabbia di un metro per un metro e sottoposti a un continuo martellamento psicologico per convincerli ad abiurare il cristianesimo. Più passava il tempo, più la neve si alzava.

Uno di loro, Yasutaro (30 anni), venne chiuso in gabbia dopo la morte dei primi 3 cristiani. I suoi compagni avevano molta paura per lui, noto per condividere il pochissimo cibo e l'acqua con il resto del gruppo e quindi molto debole. Dopo 3 giorni venne raggiunto nella notte da due amici, che gli chiesero se non si sentisse solo e infreddolito. La risposta è riportata dalle cronache dell'epoca: "No no, sto molto bene. Ogni notte una signora bellissima viene qui e mi dice cose meravigliose. È vestita di blu e assomiglia alla statua di Maria nella nostra chiesa di Nagasaki. Ma per favore, non dite nulla agli altri fino a che non sarò morto".

Poco prima di morire, il giovane Yasutaro riceve di nuovo la visita dei suoi compagni che, attraverso un espediente, sono convinti di riuscire a fuggire. Vogliono sapere cosa dire alla madre del giovane, che lo sta aspettando a casa. Sorridendo, Yasutaro risponde: "Ditele che sono felice di morire qui. Sono sulla croce con il nostro Signore, Gesù Cristo". Quella stessa notte muore, sempre sorridendo.

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