Jakarta, cristiani indonesiani contro la riforma della scuola fumosa e antieconomica
di Mathias Hariyadi
Il Sinodo delle Chiese cattoliche e protestanti critica il controverso “Curriculum 2013”, lanciato dal ministero dell’Istruzione e in vigore da luglio. A dispetto dell’ambito educativo vengono privilegiati “interessi privati”. Manca la formazione del personale docente, mentre i fondi vengono spesi per l’acquisto (inutile) di nuovi testi.

Jakarta (AsiaNews) - Il Sinodo delle Chiese indonesiane critica in modo aspro la riforma della scuola - il controverso "Curriculum 2013" - lanciato dal ministero dell'Istruzione guidato da Muhammad Nuh, già nel mirino di docenti e studenti per la querelle legata agli esami di fine anno. I leader cattolici (Kwi) e protestanti (Pgi) hanno diffuso un documento congiunto in cui invitano presidente, governo e Parlamento a sospenderne l'entrata in vigore finché "non si chiariranno i punti controversi e non sarà ultimata". Dal testo di riforma emergerebbero infatti "interessi privati" di persone al potere, piuttosto che un reale beneficio "in termini educativi".

Rivolgendosi al capo dello Stato Susilo Bambang Yudhoyono, i vertici delle Chiese indonesiane ricordano "l'obbligo morale" che li spinge a "prendere le difese di chiunque possa subire svantaggi, derivanti da cambiamenti radicali". Fra questi vi sarebbe il curriculum scolastico, in vigore col prossimo anno scolastico che si aprirà a luglio. Vi sarebbero infatti ancora punti "non ben delineati" e manca, aggiungono i leader cristiani, "una valutazione approfondita del piano studi attuale".

Fra i punti critici del Curriculum 2013, sottolinea il Sinodo delle Chiese, il fatto che ancora oggi "migliaia di insegnanti non ne conoscono il contenuto" a soli due mesi dall'entrata in vigore. Vi è poi una critica feroce "all'essenza del sistema educativo" in esso contenuto, che annienta la personalità di studenti e insegnanti, trasformandoli in soggetti "obbedienti". Altro elemento controverso, il fatto che all'insegnante venga richiesto di spiegare materie che "non sono di sua competenza", un fatto che porterà anche a "tagli nel personale".

La riforma del curriculum scolastico comporta anche il cambio dei libri di testo e volumi, con un carico enorme per le famiglie. Ed è questo un ulteriore elemento critico per i vertici delle Chiese cattoliche e protestanti, che si ripete ad ogni cambio di amministrazione ed è foriero di malaffare e corruzione. Per questo i leader cristiani chiedono di investire di più e meglio "sulla formazione" del corpo docente, piuttosto che nella spesa per l'acquisto di nuovi testi anche se del tutto inutili.

La lotta delle Chiese a fianco delle famiglie e contro la riforma del ministro ha scatenato una campagna stampa mistificatoria di gruppi di giornalisti filo-governativi. Parte della stampa avrebbe infatti imputato al Consiglio nazionale cattolico per l'educazione (Mnpk) di aver mosso critiche alla riforma, dopo averla accolta con favore in un primo momento. In realtà la Chiesa non ha mai sostenuto una simile riforma, come riferito da alcuni organi di stampa che hanno distorto dichiarazioni e commenti di insegnanti cattolici impegnati in un convegno nazionale.