Gesuita: In Gujarat le minoranze sono cittadini di seconda classe
di Nirmala Carvalho
P. Cedric Prakash commenta l’ultimo rapporto della Commissione Usa sulla libertà religiosa internazionale (Uscirf), che analizza la situazione dello Stato indiano. La legge anticonversione del Gujarat impone di chiedere il permesso alle autorità civili prima di cambiare religione. Da anni gli Usa negano al capo del governo il visto d’ingresso, per il suo ruolo nelle stragi del 2002.

Mumbai (AsiaNews) - "Nel 2013 in Gujarat le minoranze sono ancora trattate come cittadini di seconda classe": la denuncia è di p. Cedric Prakash, direttore ad Ahmedabad del centro gesuita per i diritti umani, la giustizia e la pace Prashant, che commenta l'ultimo rapporto della Commissione Usa sulla libertà religiosa internazionale (Uscirf). Pubblicato due giorni fa, il resoconto ha inserito l'India al livello 2 della sua classifica, tra i Paesi in cui le violazioni e le persecuzioni religiose sono in crescita, ponendo l'accento sulla situazione dello Stato del Gujarat.

Il sacerdote nota che "il decreto anticonversione [Gujarat Freedom of Religion Law 2003] del nostro Stato è una delle leggi più draconiane di tutto il Paese, perché obbliga chiunque desideri convertirsi a chiedere prima il permesso dell'autorità civile. Oggi in diverse zone del Gujarat la polizia visita le chiese cristiane e chiede di esaminare i registri dei battesimi".

Oltre alla situazione attuale, il gesuita ricorda "le vittime e i sopravvissuti ai massacri del 2002, che ancora lottano per avere giustizia". Il 27 febbraio 2002 si è consumata la carneficina del Sabarmati Express a Godhra, quando un gruppo di islamici ha aggredito e dato fuoco al treno, a bordo del quale viaggiavo indù di ritorno da Ayodhya, sede di un'antica moschea sequestrata anni addietro dagli indù. L'assalto - in cui morirono 58 persone - ha poi scatenato violenti disordini di matrice interreligiosa in tutto il Gujarat, nei quali la comunità islamica ha pagato il prezzo più alto, con quasi 2mila vittime.

A questo proposito, sottolinea, "l'Ucirf ha rinnovato la richiesta al governo degli Stati Uniti di vietare il visto d'ingresso a Narendra Modi, chief minister del Gujarat, spiegando che vi sono prove sufficienti che lo collegano alle stragi del 2002". Da sempre Modi è accusato di aver cospirato negli scontri, per non aver preso alcun provvedimento per fermarli e non aver istituito alcuna indagine. Gli Usa negano a Modi di entrare nel Paese in base all'International Religious Freedom Act (Irfa) del 1998, che nega il visto a quegli individui che hanno violato in modo grave la libertà religiosa.