Nepal, assassinato un leader musulmano, la comunità grida all’omicidio politico
di Kalpit Parajuli
L’assassinio del presidente del Comitato nazionale islamico riaccende il rischio di scontri interreligiosi. La minoranza musulmana accusa il governo di essere ‘apatico’ e di non voler fronteggiare il problema dei gruppi integralisti. Mohammad Najimuddi, vice-presidente dell’Associazione musulmana nel Paese, parla di movente politico ed esige ‘garanzie di sicurezza’.

Kathmandu (AsiaNews) - Sadrul Miya Haq, 55enne leader religioso islamico, è stato ucciso, martedì 21 maggio a Saptari, distretto del Terai orientale. "Un'altra figura pubblica appartenente alla comunità musulmana è stata assassinata nella totale apatia del governo - ha dichiarato Mohammad Naiimuddi, vice-presidente dell'Associazione musulmana del Nepal - pensiamo che ci sia anche un movente politico".

La vittima è stata sgozzata a 200 metri dalla stazione di polizia, la quale però, secondo fonti locali, sarebbe arrivata sul luogo del delitto circa tre ore dopo. Molti musulmani sono accorsi nella cittadina per manifestare la propria vicinanza alla famiglia e protestare contro la ripresa delle violenze. Il ministro degli Interni, Madhay Ghimire, ha tentato di rassicurare le minoranze confessionali riguardo la sicurezza e l'efficacia delle indagini, dicendosi 'rattristato' nel vedere la disperazione e la preoccupazione della comunità.

In un Paese in cui la maggioranza indù rappresenta circa l'80% della popolazione, episodi di violenze nei confronti delle minoranze cristiane e musulmane si registrano con discreta frequenza. Il Nepal defense army, è una fazione integralista di fede induista che si è macchiata in passato di azioni simili, sia ai danni della comunità cattolica che di quella musulmana. L'anno scorso, Faizan Mohammad, Segretario generale della Federazione islamica, è stato assassinato con un colpo di arma da fuoco nel cuore della capitale, anche in quella circostanza le indagini della polizia non portarono all'individuazione del colpevole