Blogger vietnamita arrestato, continua la repressione di Hanoi contro la dissidenza
Le autorità di Da Nang hanno fermato e condotto nella capitale per “interrogatori” il famoso blogger e attivista Truong Duy Nhat. Egli avrebbe diffuso attraverso la rete critiche al regime del partito unico e la nomina di nuovi vertici governativi e istituzionali. Solo nel 2013 il Vietnam ha imprigionato 38 persone per “crimini contro lo Stato”.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - Le autorità vietnamite, in un nuovo giro di vite contro la dissidenza, hanno arrestato un famoso blogger per una serie di articoli pubblicati su internet e critici verso il governo guidato dal partito unico comunista. Il fermo avviene a pochi giorni di distanza dalla conferma in appello delle sentenze a carico di un gruppo di attivisti (in maggioranza cattolici) per l'accusa di "sovversione" contro lo Stato; nel contesto del procedimento, i giudici hanno affermato che "ogni richiesta di pluralismo [e multipartitismo] è contro la legge".

Truong Duy Nhat, 49 anni, è stato arrestato ieri nella sua casa di Da Nang, città costiera nel Vietnam centro-meridionale. Le forze della sicurezza lo hanno scortato fino ad Hanoi, dove è scattato il provvedimento di fermo giudiziario per sottoporlo a interrogatorio.

Il giornale governativo Tuoi Tre riferisce che l'attivista dovrà rispondere di "abuso delle libertà democratiche" al fine di "violare gli interessi dello Stato". Per questo capo di accusa Duy Nhat rischia fino a un massimo di sette anni di prigione.

Attivo all'interno del panorama dei media nazionali fino al 2011, egli è famoso per aver dato vita a un popolare blog dal titolo "Un punto di vista diverso". I suoi scritti offrono una visione diversa rispetto alla stampa ufficiale, controllata dalle autorità, e per questo avrebbero scatenato "dibattiti improntati all'odio". Dal momento del fermo il suo blog è stato oscurato e le autorità hanno bloccato ogni accesso.

Ad aprile egli aveva pubblicato un articolo, in cui chiedeva alla leadership vietnamita di dimettersi in blocco, perché "è giunto il tempo per la nomina di un nuovo premier e di un nuovo segretario di partito". Il cambio radicale dovrebbe servire al Paese per uscire dal magma stagnante causato dalla crisi economica e politica, frutto di anni di malgoverno.

In Vietnam continua dunque la repressione operata dalle autorità verso blogger, attivisti e dissidenti che chiedono la fine dell'egemonia del partito unico, per la quale è stata anche lanciata una petizione in cui vengono indicate le riforme istituzionali di base. Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato almeno 38 attivisti per crimini "contro lo Stato", in base a una norme che gruppi pro diritti umani bollano come "generiche" e "vaghe", oltre che funzionali alla repressione.