Europa divisa sui dazi ai pannelli solari della Cina
Germania, Gran Bretagna, Olanda fra gli oppositori della tassa; Francia e Italia sono favorevoli. La Commissione europea denuncia pressioni di Pechino sui Paesi della Ue. Il voltafaccia della Germania dopo l'incontro della Merkel con il premier Li Keqiang.

Bruxelles (AsiaNews/Agenzie) - Almeno 14 membri dell'Unione europea si oppongono al varo di alcuni dazi sull'importazione di pannelli solari "made in China". Gran Bretagna, Olanda e Germania sono fra gli oppositori; Francia e Italia fra coloro che sostengono i dazi.

Secondo la Commissione europea, le ditte cinesi produttrici ricevono sovvenzioni dallo Stato e questo permette loro di esportare prodotti a prezzi così bassi da distruggere ogni concorrenza. Karel De Gucht, commissario Ue per il commercio, incontrandosi ieri con Zhong Shan, viceministro cinese per il commercio estero, ha proposto una tassa del 47% sui pannelli solari della Cina. Il dazio sarà varato a partire dal prossimo 6 giugno e durerà per sei mesi, per essere poi ridiscusso, a meno che le due parti non trovino un accordo prima della scadenza.

La spinta verso una soluzione negoziata è divenuta più urgente data la grande opposizione alla tassa, soprattutto da parte della Germania, la prima a volerla fino a pochi giorni fa.

La prima a denunciare la Cina è stata la ditta tedesca di pannelli solari, la Solar World, appoggiata dal cancelliere Angela Merkel. Ma due giorni fa, dopo un incontro con il premier cinese Li Keqiang in visita in Europa (v. foto), la Merkel ha espresso la sua opposizione al dazio e il suo desiderio per un negoziato.

Secondo la Commissione europea vi sono state pressioni da parte di Pechino. La Germania è il più grande partner europeo della Cina, con un export che lo scorso anno ha raggiunto i 66,6 miliardi di euro, che comprende auto, pezzi di ricambio, macchinari, strumenti per l'elettricità.

Al presente la Cina esporta in Europa pannelli solari per un volume di 21 miliardi di euro.