Nuova stretta sulla Rete, Hanoi arresta il terzo blogger in meno di un mese
Il 15 giugno scorso il 30enne Dinh Nhat Uy è stato incriminato per aver “abusato delle libertà democratiche”. Egli rischia fino a sette anni di carcere. A maggio suo fratello è stato condannato a otto anni per propaganda contro lo Stato. In meno di un anno arrestate 46 persone per l’attivismo su internet o nelle piazze.

Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - La polizia vietnamita ha arrestato un blogger con l'accusa di aver pubblicato un post contenente informazioni "erronee e calunniose" contro il governo comunista di Hanoi. È quanto riferiscono i media ufficiali di Stato questa mattina, secondo i quali si tratta del terzo attivista della Rete incarcerato in meno di un mese, a conferma della stretta da parte delle autorità sulla dissidenza in internet.

Il blogger e attivista 30enne Dinh Nhat Uy, originario della provincia meridionale di Long An, è stato prelevato dalle forze di polizia il 15 giugno scorso; egli è accusato di aver "abusato delle libertà democratiche", un crimine punibile con pene detentive fino a sette anni. Egli è proprietario di un negozio per la riparazione dei computer e di macchine fotocopiatrici. I suoi articoli avrebbero "calunniato il buon nome delle agenzie di governo".

Suo fratello Dinh Nguyen Kha, 25enne studente universitario, è stato arrestato e condannato il mese scorso a otto anni di prigione per "propaganda contro lo Stato". Il giovane ha distribuito volantini anti-governativi, in cui invitava a manifestare contro la crescente influenza della Cina negli affari interni del Vietnam.

Nelle ultime tre settimane altri due blogger sono stati arrestati con le stesse accuse usate per fermare i due fratelli. Si tratta dell'ex funzionario governativo e blogger Pham Viet Dao, 61 anni, e del giornalista e blogger Truong Duy Nhat. Ad oggi, le autorità comuniste del Vietnam hanno imprigionato almeno 46 fra internauti e attivisti pro-democrazia, un numero di gran lunga maggiore di quelli incriminati per aver violato le leggi sulla sicurezza nazionale nel 2012.

I critici accusano il governo di sfruttare le leggi sulla sicurezza per bloccare il dissenso. Hanoi - al centro delle critiche di attivisti pro diritti umani, ong e governi stranieri - risponde che "nessuno" viene arrestato se manifesta in modo pacifico le proprie idee, ma solo chi "infrange le norme".