Educazione e sanità, suore francescane in missione fra i tribali di Papua
di Mathias Hariyadi
La comunità di Sagar appartiene alla diocesi di Agats-Asmat, nella provincia ecclesiastica di Merauke. Una zona remota, l’ultima messa celebrata a Pasqua. Nei giorni scorsi il vescovo mons. Murwito ha visitato l’area con una delegazione di suore francescane e un gruppo di attivisti. Da dicembre arriveranno due religiose per contribuire all’opera di sviluppo.

Jakarta (AsiaNews) - L'opera di evangelizzazione nelle aree più remote dell'Indonesia, l'assistenza materiale e spirituale alle popolazioni sparse nelle foreste o sulle isole più sperdute costituisce un problema per la Chiesa cattolica locale. Fra i molti casi, vi è quello della comunità tribale cattolica del sotto-distretto di Sagar, appartenente alla diocesi di Agats-Asmat, provincia ecclesiastica di Merauke sull'isola di Papua, nell'estremità orientale dell'Arcipelago. Per arrivare nella zona partendo dalla capitale, Jakarta, servono oltre 12 ore fra aereo e barca; nell'area mancano elettricità e acqua potabile e spesso i fedeli possono partecipare a una sola messa al mese, in concomitanza con la visita a turno di un sacerdote. Tuttavia, la loro fede resta salda e grazie a un progetto lanciato in collaborazione con le suore francescane di Sambas: dal dicembre 2013 due religiose si stabiliranno nella zona per migliorare i livelli educativo e sanitario.

Nei giorni scorsi una delegazione cattolica, guidata dal vescovo di Agats-Asmat mons. Aloysius Murwito, ha fatto visita alla comunità di Sagare, compiendo un lungo e avventuroso viaggio per terra e mare. Assieme al prelato, vi era anche suor Sylvie Kfs, superiora provinciale del West Kalimantan delle religiose francescane, suor Korina Ngoi, orsolina di Agat e quattro attivisti del gruppo umanitario con base a Jakarta Kbkk (Kelompok Bakti Kasih Kemanusiaan).

Obiettivo della spedizione, la preparazione del terreno per l'invio permanente di due suore francescane nell'area tribale. A loro sarà affidato il compito di migliorare l'istruzione dei più giovani e alzare il livello sanitario, ancora oggi sottosviluppato. Si tratta di un "investimento intellettuale" di lungo periodo, voluto con forza dalla diocesi di Agats-Asmat per rafforzare l'educazione in una zona dimenticata troppo a lungo per le distanze e i costi elevati per raggiungerle (500 dollari il trasporto da Agats a Sagare, cui si sommano altri mille circa per il volo da Jakarta ad Agats).

I cattolici di Sagare devono convivere con una realtà di distanza ed emarginazione, che non permette loro nemmeno di poter partecipare alla messa domenicale. L'ultima celebrazione dell'eucaristia risale a Pasqua: per questo uno dei primi gesti compiuti da mons. Murwito durante la visita è stato proprio quello di presiedere la messa (nella foto), per la gioia "viva e spontanea" di tutta la comunità cristiana.

A rendere ancora più impegnativo il viaggio della delegazione, la mancanza totale di elettricità e acqua potabile. Per la cura e l'igiene personale ci si serve di un fiume che scorre poco distante il villaggio (duecento gli abitanti), mentre per bere e preparare cibo e pasti si fa uso dell'acqua piovana, raccolta in grandi vasche.

Per molti indonesiani Agats e tutta l'area tribale sono realtà sconosciute. Non per le suore cattoliche, che hanno trovato condizioni dure ma, al tempo stesso ideali per lo svolgimento della propria missione. Come racconta ad AsiaNews suor Sylvia, che dice di essere "assolutamente certa e convinta" dell'invio di due suore francescane "dal dicembre prossimo".