India, imprenditore cristiano: Diritto al cibo, la legge va protetta dalla corruzione
Con il Food Security Bill il governo vuole eliminare la fame nel Paese: il 43% dei bambini sotto i cinque anni è denutrito. Tante le critiche sull’impossibilità di attuare un simile progetto. Per Freddy Mendonca, fondatore della Camera di commercio cristiana, c’è “un problema di legalità”.

New Delhi (AsiaNews) - Un provvedimento "molto importante" per la società indiana, ma che "deve essere protetto dalla corruzione di questo Paese, che è la minaccia più grande alla sua vera attuazione". È il giudizio di Freddy Mendonca, fondatore della Camera di commercio cristiana Dimensions, al Food Security Bill, legge che promette di eliminare il problema della fame in India. Secondo stime del governo, il 43% dei bambini sotto i cinque anni soffre di malnutrizione cronica. Su 67 Paesi vittime di fame e carestie, il Global Hunger Index dell'International Food Policy Research Institute piazza l'India al 15mo posto, tra le nazioni con situazione "allarmante".

Proposto dal Congress (partito al governo) ma ancora in attesa della ratifica del Parlamento, il Food Security Bill propone di rendere il cibo un diritto legale. Il decreto impone quindi di distribuire 5 kg di cereali a persona ogni mese, a un prezzo calmierato di 1-3 rupie al chilo; pasti gratuiti a donne incinte, madri che allattano, bambini tra i sei mesi e i 14 anni, bambini malnutriti e senzatetto.

Tuttavia, molti criticano la legge. Secondo alcuni, il costo del progetto - circa 22 miliardi di dollari - è eccessivo per il Paese, che intanto vorrebbe ridurre il proprio deficit di bilancio al 4,1% del Pil, contro il 5,5% previsto. Altri si domandano poi chi sarebbero i reali beneficiari di questo disegno di legge, dal momento che le categorie interessate non sono state indicate in modo preciso.

Mendonca nota ad AsiaNews che "quando si tratta di simili iniziative non è tanto importante quanto si spende, ma come. In questo caso, come in tanti altri settori di questo Paese, il problema principale è la corruzione, che toccherebbe anche un piano del genere". In effetti, i cereali verrebbero smistati a chi ne ha bisogno attraverso negozi statali, dove la corruzione è dilagante. Diversi studi hanno dimostrato che, in questi anni, tra il 35 e il 55% delle risorse provenienti da programmi alimentari sono state prese da questi negozianti e rivendute al mercato libero.

"Fino a quando non avremo governanti onesti - sottolinea l'imprenditore cristiano - è impossibile pensare a un'India onesta, capace di vivere nel rispetto e nella legalità".