Vescovi indiani: aiuti a dalit cristiani e musulmani bloccati dalla corruzione
di Nirmala Carvalho

Mons. Oswald  Gracias, neopresidente della Conferenza episcopale, e il sociologo SM Michael chiedono al governo passi concreti per difendere le minoranze dall'ideologia induista e dalle "debolezze umane" (cioè la corruzione della burocrazia).


New Delhi (AsiaNews) – Una decisione "molto positiva" per la promozione della condizione delle minoranze, ma anche la necessità che i buoni propositi "non siano lasciati incompiuti". Con queste parole mons. Oswald Gracias, nuovo presidente della Conferenza episcopale indiana, commenta ad AsiaNews l'istituzione di una Commissione nazionale per i gruppi socialmente ed economicamente arretrati tra le minoranze religiose e linguistiche.

La Commissione – presieduta dall'ex capo della Corte suprema Ranganath Misra - è stata nominata nei giorni dal governo Singh. Fra i suoi compiti: suggerire all'esecutivo i criteri per identificare le categorie svantaggiate dal punto di vista sociale e finanziario e proporre misure per la loro promozione, ad esempio quote riservate nelle strutture educative e nell'impiego pubblico.

Mons. Gracias è "contento" per l'istituzione della Commissione, ma mette in guardia sui possibili ritardi causate dalla "debolezza umana" nel realizzare iniziative concrete a favore degli emarginati, in particolare i dalit. "Molto spesso dopo le decisioni dei nostri governi di aiutare le persone escluse" afferma il vescovo "sorgono problemi nell'attuare tali iniziative a causa della debolezza umana che impedisce di realizzare questi buoni progetti". Per questo è necessario, secondo mons. Gracias, che "i sistemi amministrati siano maggiormente controllati da gente onesta".

Ancora oggi i dalit cristiani, insieme ai fuoricasta musulmani, non godono di tutte le facilitazioni offerte ai dalit indù. La preoccupazione di mons. Gracias non è rivolta solo ai cristiani:  "Mi interessa che tutti i gruppi emarginati beneficino di questa decisione. Ad esempio, gli handicappati fisici e psichici, e quanti sono svantaggiati economicamente. Le quote riservate a questi gruppi nelle scuole e nei lavori pubblici avranno effetti importanti sullo sviluppo delle classi disagiate".

Di recente il governo indiano ha  anche deciso di facilitare il riconoscimento pubblico per gli istituti educativi gestiti dalle minoranze. L'esecutivo di Singh ha anche stabilito di rivedere la forte caratterizzazione induista dei curriculum scolastici, decisa a suo tempo dal Bharatiya Janata Party (BJP), il partito indù che ha guidato il paese fino al maggio 2004.

secondo SM Michael, docente di antropologia e sociologia all'università di Mumbai, a queste decisioni positive, occorre aggiungere anche la possibilità di alzare "la quota del 50% per gli studenti appartenenti alle minoranze, così da poter offrire a un numero maggiore di giovani la possibilità di usufruire dell'istruzione".

Commentando l'istituzione della Commissione il sociologo indiano la definisce "un bisogno della situazione attuale". "Ora potrebbero sorgere varie complicazioni nell'individuare i criteri per definire svantaggiato un certo gruppo sociale" afferma Michael. "Già in passato" avevrte il sociologo indiano, "con tutte le buone intenzioni del governo, ho assistito a molte truffe nella compilazione dei dati sulle minoranze".