Pakistan, torna l'indicazione religiosa sui passaporti

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) –  Sui passaporti pachistani tornerà di nuovo l'indicazione della religione di appartenenza. Lo ha deciso un comitato interministeriale di Islamabad, che ha accolto le pressioni dei gruppi islamici che chiedevano di reintrodurre l'esplicita menzione della confessione religiosa per "salvaguardare l'identità islamica" del paese. Ora l'ultima decisione al riguardo spetta al premier Aziz.

Attivisti per i diritti umani e per le minoranze religiose hanno più volte denunciato la dichiarazione obbligata della propria religione, definendola "una fonte di intolleranza". In particolare la norma rischia di prendere di mira i musulmani Ahmadi, considerati eretici, impedendo loro di recarsi a La Mecca per il tradizionale pellegrinaggio.

Nelle scorse settimane 6 partiti islamici di opposizione, riuniti nella Muttahida Majlis-e-Amal (MMA), avevano inscenato manifestazioni per chiedere all'esecutivo di rivedere la decisione di abolire l'indicazione confessionale sui passaporti. In seguito alle proteste di piazza il governo aveva istituito un comitato interministeriale per affrontare la questione.

Ieri il ministro della Difesa Rao Sikandar Iqbal, presidente del gruppo di lavoro sui passaporti, ha comunicato che il comitato ha raccomandato "all'unanimità" all'esecutivo di reintrodurre sui documenti la menzione della religione professata dal cittadino. Nel 2004 il governo aveva abolito la casella sulla religione per rendere i passaporti pachistani conformi alle norme internazionali dell'Icao (Organizzazione internazionale per l'aviazione civile). Circa 80 mila nuovi documenti sono già stati distribuiti tra la popolazione.

Il ministro dell'Informazione Shaikh Rashid ha inoltre comunicato che sulla copertina dei documenti comparirà ancora la dicitura "Repubblica islamica del Pakistan".

Su 150 milioni di pachistani, i musulmani sono il 97%, i cristiani sono il 2,5% della popolazione, i cattolici 1 milione 200 mila. (LF)