Tokyo pronta a nazionalizzare altre 400 isole. L'irritazione di Pechino
Il governo nipponico ha preparato un piano per dichiarare la propria sovranità su tutta una serie di piccoli terreni che si trovano al largo delle coste occidentali. Un tentativo che potrebbe irritare ancora di più Pechino, impegnata in una lunga battaglia per la proprietà delle Senkaku/Diaoyu. Ma gli esperti frenano: “Una mossa di politica interna, Abe vuole vincere le parlamentari del 21 luglio”.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Con una mossa che rischia di peggiorare ancora le relazioni con la Cina, il governo giapponese si sta preparando a nazionalizzare circa 400 isolette di varie dimensioni che si trovano nei pressi delle proprie coste occidentali. Lo scrive lo Yomiuri Shimbun, quotidiano conservatore nipponico, secondo cui il premier Shinzo Abe avrebbe già dato il via libera a un gruppo di lavoro con il compito di identificare le isole, dare loro un nome e nazionalizzarle.

Go Ito, docente di Relazioni internazionali all'università Meiji di Tokyo, spiega: "Non si tratta di una mossa a sorpresa, perché il governo avrebbe dovuto farlo prima o poi. Quello che è significativo è la scelta della tempistica, ovvero sia prima che la Cina possa mettere le mani su quelle terre. È chiaro che avremo di nuovo degli scontri sulla sovranità nazionale, proprio come è accaduto e sta accadendo per le Senkaku".

Il riferimento del docente è a un arcipelago conteso fra Tokyo, Pechino e Taipei. le Senkaku, che i cinesi chiamano Diaoyu, sono state dichiarate territorio giapponese nel 2011: da allora una serie di scontri diplomatici, politici e persino militari (fermi però al livello di provocazioni) hanno scosso la pace nel mar Cinese orientale e portato i rapporti bilaterali al loro livello più basso da decenni.

Da parte loro, gli analisti cinesi sminuiscono invece l'importanza del gesto. Secondo Lian Degui, vice direttore dell'Istituto per gli Studi giapponesi dell'università di Shanghai, dice: "Tokyo ha paura, per questo cerca la sovranità di queste isole senza usare la giusta procedura legale. Questo piano non dovrebbe nuocere in maniera significativa ai rapporti fra i due Paesi".

Secondo Da Zhigang, dell'Accademia delle scienze sociali dell'Heilongjiang, si tratta più che altro di una mossa interna: "Il prossimo 21 luglio in Giappone si vota per eleggere la Camera alta, e Abe vuole distrarre l'elettorato fomentando i temi di politica internazionale per lasciare da parte quelli di politica interna. Spera di vincere e risolvere così lo stallo politico in cui si trova il Giappone da almeno 6 anni".