Papa: Come Marta e Maria, al cristiano servono contemplazione e servizio
Nell’ultimo Angelus prima di partire per Rio de Janeiro, dove da domani si svolge la Giornata Mondiale della Gioventù – che definisce “la Settimana della Gioventù” – papa Francesco commenta il brano evangelico di Luca: “Una preghiera che non porta all’azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, in difficoltà, è una preghiera sterile e incompleta”. Dopo la preghiera, chiede a tutti di “accompagnarlo nel suo viaggio verso i giovani”.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Al cristiano, laico o nel servizio ecclesiastico, servono contemplazione e servizio, preghiera e "fare". Perché senza entrambi questi fattori si rischia una preghiera sterile, che non porta a nulla : "Se non si opera per il fratello bisognoso non si vede il Signore, anche nel servizio ecclesiastico servono - come dice bene san Benedetto - preghiera e azione". Nell'ultimo Angelus da piazza san Pietro prima della partenza per Rio, dove si svolgerà "la Settimana della Gioventù", il Papa continua nel commento dei brani evangelici.

"Cari fratelli e sorelle, anche in questa domenica continua la lettura del decimo capitolo dell'evangelista Luca. Il brano di oggi è quello di Marta e Maria. Entrambe offrono accoglienza al Signore di passaggio, ma lo fanno in modo diverso. Maria si pone ai piedi di Gesù, in ascolto, Marta invece si lascia assorbire dalle cose da preparare, ed è così occupata da rivolgersi a Gesù dicendo: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». E Gesù le risponde rimproverandola con dolcezza: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno»".

Secondo Francesco "è importante capire che qui non si tratta della contrapposizione tra due atteggiamenti: l'ascolto della parola del Signore, la contemplazione, e il servizio concreto al prossimo. Non sono due atteggiamenti contrapposti, ma, al contrario, sono due aspetti entrambi essenziali per la nostra vita cristiana; aspetti che non vanno mai separati, ma vissuti in profonda unità e armonia". Ma allora, continua, "perché Marta riceve il rimprovero, anche se fatto con dolcezza, di Gesù? Perché ha ritenuto essenziale solo quello che stava facendo, era cioè troppo assorbita e preoccupata dalle cose da "fare". In un cristiano, le opere di servizio e di carità non sono mai staccate dalla fonte principale di ogni nostra azione: l'ascolto della Parola del Signore, lo stare - come Maria - ai piedi di Gesù, nell'atteggiamento del discepolo. E per questo Marta viene rimproverata."

La riflessione scaturita dalla lettura di Luca non si ferma però a quel periodo storico o alla cerchia dei discepoli del Cristo vivente: "Anche nella nostra vita cristiana cari fratelli e sorelle, preghiera e azione siano sempre profondamente unite. Una preghiera che non porta all'azione concreta verso il fratello povero, malato, bisognoso di aiuto, in difficoltà, è una preghiera sterile e incompleta". Ma, allo stesso modo, sottolinea con forza il Papa, "quando nel servizio ecclesiale si è attenti solo al fare, si dà più peso alle cose, alle funzioni, alle strutture, e ci si dimentica della centralità di Cristo, non si riserva tempo per il dialogo con Lui nella preghiera, si rischia di servire se stessi e non Dio presente nel fratello bisognoso. San Benedetto riassumeva lo stile di vita che indicava ai suoi monaci in due parole: "ora et labora", prega e opera. È dalla contemplazione, da un forte rapporto di amicizia con il Signore che nasce in noi la capacità di vivere e di portare l'amore di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza verso gli altri. E anche il nostro lavoro con il fratello misericordioso ci porta al Signore, perché noi vediamo nel fratello bisognoso il Signore".

Subito dopo l'Angelus, il Papa saluta i gruppi presenti e dice: "Io vedo scritto laggiù su un cartello 'Buon viaggio': grazie! Grazie! Vi chiedo di accompagnarmi spiritualmente con la preghiera nel mio primo Viaggio Apostolico che compirò a partire da domani. Come sapete, mi recherò a Rio de Janeiro in Brasile, in occasione della 28ma Giornata Mondiale della Gioventù. Ci saranno tanti giovani laggiù, da tutte le parti del mondo. e penso che questa si possa chiamare la Settimana della Gioventù. I protagonisti di questa settimana saranno i giovani. Tutti coloro che vengono a Rio vogliono sentire la voce di Gesù, ascoltarlo e chiedergli: 'Signore, che cosa devo fare nella vita?' Anche voi, non so se ci sono giovani in piazza. Ci sono? (qui un applauso interrompe il pontefice). Anche voi, giovani che siete in piazza, fate la stessa domanda al Signore: Signore, cosa devo fare della mia vita? Qual è la strada per me?".

In conclusione, Francesco dice: "Affidiamo all'intercessione della Beata Vergine Maria, tanto amata e venerata in quel Paese, queste domande: quella dei giovani di Rio e la vostra. E che la Madonna ci aiuti in questa nuova tappa del grande pellegrinaggio giovanile attraverso il mondo. A tutti auguro una buona domenica! Buon pranzo e arrivederci".