Gmg: Papa, il cristiano mantiene la speranza, si lascia sorprendere da Dio, vive nella gioia
Messa di papa Francesco al santuario mariano di Aparecida. "La Chiesa, quando cerca Cristo bussa sempre alla casa della Madre e chiede: Mostraci Gesù. E' da Lei che si impara il vero discepolato. Ed ecco perché la Chiesa va in missione sempre sulla scia di Maria".

Aparecida (AsiaNews) - "Mantenere la speranza", perché per grandi che siano le difficoltà che si incontrano, "Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona"; lasciarsi sorprendere da Dio, perché chi ha fede sa che, "anche in mezzo alle difficoltà, Dio agisce e ci sorprende" e "vivere nella gioia", perché "se camminiamo nella speranza, lasciandoci sorprendere dal vino nuovo che Gesù ci offre, nel nostro cuore c'è gioia e non possiamo che essere testimoni di questa gioia". "Il cristiano è gioioso, non è mai triste".

C'è la conferma delle parole di papa Francesco nel calore delle oltre 200mila persone che lo accolgono al Santuario nazionale brasiliano di Nossa Senhora da Conceição Aparecida. In tanti sono arrivati la notte scorsa: il tempo inclemente non ha fermato la gente, che canta, grida e sventola bandiere e non ha fermato neppure il Papa, costretto a un piccolo cambiamento di programma, percorrendo in aereo, invece che in elicottero, il primo tratto del percorso da Rio de Janeiro al santuario mariano più grande del mondo. Può accogliere più di 49mila persone, ma oggi la maggior parte dei fedeli deve seguire la messa dall'esterno.

Terzo papa a visitare il santuario dopo Giovanni Paolo II, che vi venne nel 1980 e Benedetto XVI, che nel 2007 vi portò la Rosa d'oro, Francesco al suo arrivo si è recato in primo luogo nella cappella dei "12 apostoli", dove è conservata la piccola statua "pescata" tre secoli fa da tre pescatori.

Alla Vergine, il Papa ha affidato la Giornata mondiale della gioventù, il suo pontificato e "la vita del popolo latinoamericano". E le bandiere degli Stati che compongono il Brasile verranno portate all'altare.

All'inizio della messa per spiegare la sua "gioia" di essere ad Aparecida ricorda di essersi recato "il giorno dopo la mia elezione", cioè il 14 marzo, alla basilica romana di santa Maria Maggiore "per affidare alla Madonna il mio ministero di Successore di Pietro".

 "Vorrei dirvi anzitutto - prosegue - una cosa. In questo santuario, dove sei anni fa si è tenuta la V Conferenza Generale dell'Episcopato dell'America Latina e dei Caraibi, è avvenuto un fatto bellissimo di cui ho potuto rendermi conto di persona: vedere come i Vescovi - che hanno lavorato sul tema dell'incontro con Cristo, il discepolato e la missione - si sentivano incoraggiati, accompagnati e, in un certo senso, ispirati dalle migliaia di pellegrini che venivano ogni giorno ad affidare la loro vita alla Madonna: quella Conferenza è stata un grande momento di Chiesa. E, in effetti, si può dire che il Documento di Aparecida sia nato proprio da questo intreccio fra i lavori dei Pastori e la fede semplice dei pellegrini, sotto la protezione materna di Maria. La Chiesa, quando cerca Cristo bussa sempre alla casa della Madre e chiede: "Mostraci Gesù". E' da Lei che si impara il vero discepolato. Ed ecco perché la Chiesa va in missione sempre sulla scia di Maria".

"Oggi, guardando alla Giornata Mondiale della Gioventù che mi ha portato in Brasile, anche io vengo a bussare alla porta della casa di Maria - che ha amato ed educato Gesù - affinché aiuti tutti noi, i Pastori del Popolo di Dio, i genitori e gli educatori, a trasmettere ai nostri giovani i valori che li rendano artefici di una Nazione e di un mondo più giusti, solidali e fraterni. Per questo, vorrei richiamare tre semplici atteggiamenti: mantenere la speranza, lasciarsi sorprendere da Dio, e vivere nella gioia".

"Mantenere la speranza. La seconda lettura della Messa presenta una scena drammatica: una donna - figura di Maria e della Chiesa - viene perseguitata da un Drago - il diavolo - che vuole divorarne il figlio. Ma la scena non è di morte, ma di vita, perché Dio interviene e mette in salvo il bambino (cfr Ap 12,13a.15-16a). Quante difficoltà ci sono nella vita di ognuno, nella nostra gente, nelle nostre comunità, ma per quanto grandi possano apparire, Dio non lascia mai che ne siamo sommersi. Davanti allo scoraggiamento che potrebbe esserci nella vita, in chi lavora all'evangelizzazione oppure in chi si sforza di vivere la fede come padre e madre di famiglia, vorrei dire con forza: abbiate sempre nel cuore questa certezza: Dio cammina accanto a voi, in nessun momento vi abbandona! Non perdiamo mai la speranza! Non spegniamola mai nel nostro cuore! Il 'drago', il male, c'è nella nostra storia, ma non è lui il più forte. Il più forte è Dio, e Dio è la nostra speranza! È vero che oggi un po' tutti, e anche i nostri giovani sentono il fascino di tanti idoli che si mettono al posto di Dio e sembrano dare speranza: il denaro, il successo, il potere, il piacere. Spesso un senso di solitudine e di vuoto si fa strada nel cuore di molti e conduce alla ricerca di compensazioni, di questi idoli passeggeri. Cari fratelli e sorelle, siamo luci di speranza! Abbiamo uno sguardo positivo sulla realtà. Incoraggiamo la generosità che caratterizza i giovani, accompagniamoli nel diventare protagonisti della costruzione di un mondo migliore: sono un motore potente per la Chiesa e per la società. Non hanno bisogno solo di cose, hanno bisogno soprattutto che siano loro proposti quei valori immateriali che sono il cuore spirituale di un popolo, la memoria di un popolo. In questo Santuario, che fa parte della memoria del Brasile, li possiamo quasi leggere: spiritualità, generosità, solidarietà, perseveranza, fraternità, gioia; sono valori che trovano la loro radice più profonda nella fede cristiana".

"Il secondo atteggiamento: lasciarsi sorprendere da Dio. Chi è uomo, donna di speranza - la grande speranza che ci dà la fede - sa che, anche in mezzo alle difficoltà, Dio agisce e ci sorprende. La storia di questo Santuario ne è un esempio: tre pescatori, dopo una giornata a vuoto, senza riuscire a prendere pesci, nelle acque del Rio Parnaíba, trovano qualcosa di inaspettato: un'immagine di Nostra Signora della Concezione. Chi avrebbe mai immaginato che il luogo di una pesca infruttuosa sarebbe diventato il luogo in cui tutti i brasiliani possono sentirsi figli di una stessa Madre? Dio sempre stupisce, come il vino nuovo nel Vangelo che abbiamo ascoltato. Dio riserva sempre il meglio per noi. Ma chiede che noi ci lasciamo sorprendere dal suo amore, che accogliamo le sue sorprese. Fidiamoci di Dio! Lontano da Lui il vino della gioia, il vino della speranza, si esaurisce. Se ci avviciniamo a Lui, se rimaniamo con Lui, ciò che sembra acqua fredda, ciò che è difficoltà, ciò che è peccato, si trasforma in vino nuovo di amicizia con Lui".

"Il terzo atteggiamento: vivere nella gioia. Cari amici, se camminiamo nella speranza, lasciandoci sorprendere dal vino nuovo che Gesù ci offre, nel nostro cuore c'è gioia e non possiamo che essere testimoni di questa gioia. Il cristiano è gioioso, non è mai triste. Dio ci accompagna. Abbiamo una Madre che sempre intercede per la vita dei suoi figli, per noi, come la regina Ester nella prima lettura (cfr Est 5, 3). Gesù ci ha mostrato che il volto di Dio è quello di un Padre che ci ama. Il peccato e la morte sono stati sconfitti. Il cristiano non può essere pessimista! Non ha la faccia di chi sembra trovarsi in un lutto perpetuo. Se siamo davvero innamorati di Cristo e sentiamo quanto ci ama, il nostro cuore si 'infiammerà' di una gioia tale che contagerà quanti vivono vicini a noi. Come diceva Benedetto XVI: 'Il discepolo è consapevole che senza Cristo non c'è luce, non c'è speranza, non c'è amore, non c'è futuro'".

"Siamo venuti - conclude il Papa - a bussare alla porta della casa di Maria. Lei ci ha aperto, ci ha fatto entrare e ci mostra suo Figlio. Ora Lei ci chiede: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2, 5). Sì, Madre nostra, noi ci impegniamo a fare quello che Gesù ci dirà! E lo faremo con speranza, fiduciosi nelle sorprese di Dio e pieni di gioia. Così sia".