Java, chiusa con la forza una moschea ahmadi
di Mathias Hariyadi
Un noto fondamentalista islamico della Reggenza ha imposto alla comunità – considerata “eretica” dagli estremisti musulmani – di chiudere i battenti di un luogo di culto. L’aggressore collabora da anni con un gruppo governativo incaricato di “monitorare” le attività religiose nel Paese. È la quarta moschea a chiudere in 4 mesi.

Jakarta (AsiaNews) - Con la complicità del governo centrale, un religioso islamico indonesiano ha chiuso con la forza una moschea ahmadi a Cilimus, villaggio a circa due chilometri da uno dei maggiori centri ahmadi della Reggenza di Cianjur (Java occidentale). Si tratta del quarto luogo di culto della minoranza islamica che viene sbarrato con la forza nell'area dallo scorso aprile.

L'autore materiale del gesto è noto come "guru Yiyi", molto noto nella zona perché collabora da tempo con il Bakorpakem: si tratta di un organismo di controllo delle attività religiose che fa capo all'Ufficio del Procuratore generale ed è considerato parte del servizio di intelligence nazionale. Quando il religioso si è presentato nella moschea per ordinarne la chiusura, la polizia non è intervenuta nonostante le proteste dei fedeli ahmadi.

La minoranza musulmana è ritenuta eretica perché non riconosce Maometto come ultimo profeta ed è spesso vittima di persecuzioni e abusi dall'ortodossia sunnita. Da tempo la presenza degli ahmadi è fonte di intolleranza interislamica in Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo. Il clima di ostilità si è acuito dopo le dichiarazione dei più importanti gruppi islamici del Paese - fra cui il Fronte di difesa islamico (Fpi) e il Consiglio nazionale degli ulema (Mui) - secondo i quali essi non sarebbero legati a una visione "originale" e pura della fede.

Proprio la Reggenza di Cianjur è stata teatro di scontri violenti fra gli ahmadi e alcuni fondamentalisti islamici, che nel 2005 hanno dato fuoco a 4 villaggi della zona. Negli ultimi anni, inoltre, gli islamisti hanno lanciato una campagna di boicottaggio dei prodotti e dei servizi offerti dagli ahmadi, cercando di costringerli ad abbandonare la zona.