Papa: lo Ior sarà "trasparente" e l'anno prossimo andrò in Asia
Canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, Ior, "resistenze" curiali alle riforme, lobby gay in Vaticano, pastorale matrimoniale e divorziati risposati nel colloquio di Francesco con i giornalisti in aereo.

Roma (AsiaNews) - L'anno prossimo "si deve andare in Asia, ci sono inviti da Filippine e Sri Lanka, e bisognerà vedere". A dirlo è papa Francesco nel corso di una conversazione di un'ora con i giornalisti durante il volo che da Rio de Janeiro li ha riportati a Roma.

 Canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, Ior, "resistenze" curiali alle riforme, lobby gay in Vaticano, pastorale matrimoniale e divorziati risposati. Sull'aereo, le domanda in libertà dei giornalisti hanno toccato un po' tutte le questioni "calde" vaticane, delle quali cronaca - e fantasia - hanno parlato negli ultimi tempi.

Per le canonizzazioni, farle insieme "è un messaggio alla Chiesa: questi due sono bravi, sono bravi. Ma c'è in corso anche la causa di Paolo VI e di Papa Luciani, tutte e due sono in corso". Quanto alla data"si pensava l'8 dicembre di quest'anno, ma c'è un problema grosso: quelli che vengono dalla Polonia - i poveri, perché quelli che hanno i mezzi possono venire in aereo - ma i poveri vengono in bus, e già in dicembre hanno il ghiaccio, e credo si debba ripensare la data. Io ne ho parlato con il cardinale Dzwisz e lui mi ha suggerito due possibilità: o il Cristo Re di quest'anno o la domenica della Misericordia del prossimo anno. Credo ci sia poco tempo per il Cristo Re, perché il concistoro sarà il 30 settembre, e a fine ottobre c'è poco tempo. Non so, devo parlare con il cardinale su questo, ma credo che non sarà l'8 dicembre".

L'agenda dei viaggi papali è ancora da definire. Di certo ci sono ''Cagliari il 22 settembre e Assisi il 4 ottobre, poi vorrei andare a trovare i miei parenti (in Piemonte, ndr), per un giorno con l'aereo, una cosa breve". Di viaggi internazionali di 'definito' per ora non c'è nulla, ma ci sono progetti abbastanza concreti: si pensa a Gerusalemme con Bartolomeo I, dove ci sono una serie di inviti e già alcune proposte di data. "Non c'è possibilità di tornare in America latina", ma si può andare in Asia". 'Si deve andare in Asia, papa Benedetto non ha avuto tempo".

Quale sarà il futuro dello Ior. "Io non so come finirà lo Ior, alcuni dicono che forse è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo, si sentono queste voci. Io mi fido del lavoro delle persone che stanno lavorando su questo, della commissione. Il presidente dello Ior rimane lo stesso che era prima, invece il direttore e il vice direttore hanno dato le dimissioni. Io non bene dire come finirà questa storia, e questo è anche bello: perché siamo umani, dobbiamo trovare il mezzo per fare questo bene. Ma le caratteristiche dello Ior, che sia banca, fondo di aiuto o qualsiasi cosa, devono essere trasparenza e onestà. Deve essere così".

Ancora a proposito dello Ior, domandano al Papa delle voci su mons. Ricca, da papa Francesco nominato prelato dell'Istituto. "Per quanto riguarda monsignor Ricca, ho fatto quello che il diritto canonico manda a fare, che è l'investigatio previa. E in questa investigatio non c'è niente di quello che accusano, non abbiamo trovato niente. Questa è la risposta. Ma io vorrei aggiungere un'altra cosa. Io vedo che tante volte nella Chiesa, fuori di questo caso e anche in questo caso, si vanno a cercare i peccati, di gioventù per esempio, e questo si pubblica. Non i delitti, eh, i delitti sono un'altra cosa. L'abuso di minori per esempio è un delitto, non è un peccato. Ma se una persona, laica prete o suora, commette un peccato e poi si converte, il Signore perdona. E quando il Signore perdona, il Signore dimentica. E questo per la nostra vita è importante: quando noi andiamo a confessarci, e diciamo «ho peccato in questo», il Signore dimentica. E noi non abbiamo diritto di non dimenticare, perché corriamo il rischio che il Signore non si dimentichi dei nostri, eh! E' un pericolo! E' importante una teologia del peccato. Tante volte penso a San Pietro: ha commesso uno dei peccati peggiori, rinnegare Cristo, e dopo questo peccato lo hanno fatto Papa! Ma, tornando alla sua domanda più concreta, in questo caso ho fatto l'investigatio previa, e non abbiamo trovato niente".

La Curia romana fa resistenze ai progetti di Riforma? "Ancora non le vedo, ho trovato aiuto e gente leale, non mi piace che siano sempre d'accordo con me, un vero collaboratore è quello che ti sa dire se non è d'accordo". "Se uno apertamente spiega i suoi dubbi dicendo: 'io le dico che non sono d'accordo, poi lei faccia come crede', io lo preferisco a quelli che dicono: 'che bello, che bello' e poi dicono e fanno il contrario. Ma se ce ne sono, non me ne sono accorto".

Ancora a proposito di Curia, si è parlato di una lobby gay.

Dicono che ce ne siano. Ma si deve distinguere il fatto che una persona è gay dal fatto di fare una lobby. Se è lobby, tutte non sono buone. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica dice che queste persone non devono essere discriminate ma accolte. Il problema non è avere queste tendenze, sono fratelli, il problema è fare lobby: di questa tendenza o d'affari, lobby dei politici, lobby dei massoni, tante lobby...questo è il problema più grave".

Il Papa parla spesso di misericordia, ce ne sarà per i divorziati risposati?

"È un tema che torna sempre. Credo che questo sia il tempo della misericordia, che sia l'occasione, il kairòs della misericordia. In questo cambio d'epoca nel quale ci sono tanti problemi anche nella Chiesa, anche a causa delle testimonianze non buone di alcuni preti. Il clericalismo ha lasciato tanti feriti e bisogna andare a curare questi feriti con la misericordia. La Chiesa è mamma, e nella Chiesa si deve trovare misericordia per tutti. E i feriti non solo bisogna aspettarli, ma bisogna andarli a trovare. Credo sia il tempo della misericordia, come aveva intuito Giovanni Paolo II che ha istituito la festa della Divina Misericordia. I divorziati possono fare la comunione, sono i divorziati in seconda unione che non possono. Bisogna guardare al tema nella totalità della pastorale matrimoniale. Apro una parentesi: gli ortodossi ad esempio seguono la teologia dell'economia e permettono una seconda unione. Quando si riunirà il gruppo degli otto cardinali, l'1, 2 e 3 ottobre, tratteremo come andare avanti nella pastorale matrimoniale. Siamo in un cammino per una pastorale matrimoniale più profonda. Il mio predecessore a Buenos Aires, il cardinale Quarracino diceva sempre: 'per me la metà dei matrimoni sono nulli, perché si sposano senza sapere che è per sempre, perché lo fanno per convenienza sociale, eccetera'. Anche il tema della nullità va studiato".

Ma come sta papa Francesco a Roma?

"A Buenos Aires sono stato felice come prete e come vescovo, pure a Roma, da papa, sono felice: se il Signore ti mette lì, fare la sua volontà ti fa stare bene". E cosa lo ha sorpreso, rallegrato o ferito di più in questi primi 4 mesi di Pontificato? "Sorprese grosse non ce ne sono state. Una sorpresa, forse, è stato scoprire che ci sono anche tante persone buone in Vaticano. Ma buone buone buone". Le cose belle invece non sono mancate. "Per esempio l'Incontro con i vescovi italiani lo scorso 23 maggio fu tanto bello. È stato questo forse il momento migliore, insieme ad alcune udienze come quelle ai seminaristi o agli allievi dei gesuiti. Mentre il momento più doloroso è stato certo la visita a Lampedusa", simbolo di dolore innocente ("li lasciano - ha detto - alcune miglia prima e alla costa spesso debbono arrivarci da soli)". Così i problemi personali passano second'ordine. "In queste settimane, la cosa peggiore  è stata una sciatica. Non l'auguro a nessuna".