Filippine, si riaccende lo scontro tra esercito e ribelli comunisti
Dopo il fallimento dei negoziati dello scorso aprile, ricominciano i combattimenti tra il New People’s Army e le truppe governative nel nord del Paese: sei morti nell’area di Tarlac. La guerriglia prosegue ormai da 35 anni.

Manila (AsiaNews/Agenzie) - Si riaprono le ostilità tra esercito filippino e i ribelli comunisti nel nord del Paese. Nelle prime ore di oggi, sei guerriglieri del New People's Army, tra i quali una donna, hanno perso la vita in uno scontro a fuoco nella regione del Tarlac. "Stanno cercando di estendere la propria influenza sull'area settentrionale del Paese" ha dichiarato Ramon Zagala, portavoce dei militari di Manila.

Il New People's Army, fronte ribelle filippino di ispirazione comunista, combatte contro le truppe governative dal 1968. Lo scontro trentennale ha provocato migliaia di morti e ha danneggiato l'economia delle aree rurali nel centro e nel nord del Paese. Nonostante i tentativi del presidente Benigno Aquino, che ha fatto dei negoziati uno dei primi obiettivi del proprio mandato, le trattative sono fallite lo scorso aprile riaccendendo lo scontro con nuova intensità.

Secondo i dati forniti dall'esercito, l'azione dei militari negli ultimi 20 anni avrebbe ridotto il numero dei guerriglieri da 26mila a non più di 4mila. "Pur di non avere ulteriori vittime negli scontri a fuoco, invito i ribelli a consegnarsi alla giustizia", ha dichiarato Zagala ad Afp.