Nepal, attivisti antistregoneria ‘terrorizzati’ dopo la morte di Narendra Dabholkar
di Kalpit Parajuli
L’assassinio dell’attivista indiano, che si batteva contro la magia nera, fa temere per la loro incolumità. In Nepal le finte pratiche magiche sono molto diffuse e colpiscono soprattutto anziane e vedove. Ad agosto cinque donne costrette a bere urina e ingerire feci umane.

Kathmandu (AsiaNews) - C'è paura e terrore in Nepal tra gli attivisti che lottano contro le finte pratiche magiche e la magia nera, dopo l'uccisione in India di Narendra Dabholkar. L'uomo è stato assassinato il 20 agosto scorso per aver sempre criticato questo tipo di superstizioni. Dopo la sua morte, ieri il Maharashtra ha approvato una legge anti-magia nera, la prima dell'India.

In Nepal il problema è molto sentito, perché alcune pratiche e superstizioni della tradizione indù sono ancora molto diffuse, e colpiscono soprattutto donne - in genere anziane o sole - dei gruppi etnici o sociali più vulnerabili. Secondo alcune ong locali, solo ad agosto almeno cinque donne sono state accusate di stregoneria e costrette a bere urina e ingerire feci umane.

La dottoressa Renu Rajbhandari, attivista per i diritti umani, spiega ad AsiaNews che solo pochi casi vengono alla luce, ma che ancora centinaia di donne vengono uccise per accuse di stregoneria e finte pratiche magiche. "L'induismo - sottolinea - ha soggiogato le donne nelle società dominate da questa religione, come il Nepal. E molte anziane arrivano anche a essere bruciate vive per un'accusa di stregoneria".

Govinda Tolon, esperto di cultura indù e neoeletto amministratore del tempio Pashupatinath, ammette una certa debolezza di questa religione: "Alcuni gruppi in Nepal continuano a praticare l'induismo in modo sbagliato, a causa della loro stessa ignoranza. Simili gesti sono radicati, ci vorrà tempo per eliminarli. Ma il vero induismo è contrario a tutti i tipi di false pratiche magiche".