Obama 'sicuro' che Damasco ha usato armi chimiche; ma è indeciso sul da farsi
L'opinione pubblica americana è contraria al 60% ad ogni intervento militare in Siria. Il premier britannico Cameron bloccato dal parlamento: nessuna azione prima dei risultati dell'inchiesta Onu sulle armi chimiche. Nuovi video sull'uso di armi chimiche da parte del Free Syrian Army. Ban Ki-moon: Date tempo agli esperti.

Washington (AsiaNews) -Barack Obama è certo che è stato il governo siriano a colpire con armi chimiche la popolazione di Ghouta (periferia di Damasco). Ma non è ancora sicuro su quale azione intraprendere.

Parlando al Pbs (Public Broadcasting Service), il presidente Usa ha detto che egli teme un possibile attacco chimico contro il suo Paese e che è importante assicurare che "quando nazioni contravvengono alle norme internazionali su armamenti come armi chimiche che possono minacciarci, esse vengano ritenute responsabili".

Obama è l'ultimo personaggio ad avere la certezza delle responsabilità di Damasco nell'attacco con armi chimiche. Prima di lui si erano espressi Joe Biden, vicepresidente, e John Kerry, segretario di Stato. Ma a differenza di questi due, che invocavano l'intervento militare, il presidente Usa è più cauto.

Analisti attribuiscono questo atteggiamento all'immagine pacifista con cui Obama è stato eletto ("l'anti-Bush", che ha fatto guerra all'Afghanistan e all'Iraq), ma soprattutto all'opinione pubblica americana che al 60% è contraria ad ogni coinvolgimento militare anche se le responsabilità di Damasco fossero provate.

Obama ha affermato di non credere che i ribelli abbiano armi chimiche, ma diversi blog negli Usa pubblicano link a video che mostrano militari del Free Syrian Army fare uso di armi chimiche contro un villaggio siriano e immagazzinare armi chimiche di provenienza saudita.

Ieri sera un incontro del Consiglio di sicurezza dell'Onu è finito con un nulla di fatto. La Gran Bretagna voleva far passare una risoluzione sulla Siria per proteggere i civili, sul modello di quanto avvenuto per la Libia. Ma l'opposizione di Russia e Cina hanno fatto cadere la proposta.

Quest'oggi il China Daily riporta un editoriale in cui si accusano gli Stati Uniti e i suoi alleati di voler agire come "giudici, giuria e boia". "Ogni intervento militare in Siria - avverte il giornale - avrebbe pesanti conseguenze per la sicurezza della regione e violerebbe le norme internazionali". Una mossa simile, si aggiunge, "porta solo a esacerbare la crisi e potrebbe avere imprevedibili e spiacevoli conseguenze".

In Gran Bretagna l'interventismo del premier David Cameron è stato frenato dal parlamento che, prima di qualunque mossa, chiede di poter vedere i risultati dell'inchiesta Onu sull'uso di armi chimiche.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto che il team di esperti che sta raccogliendo prove sul possibile attacco chimico "ha bisogno ancora di quattro giorni".