Ashgabat, 18 mesi di carcere per un testimone di Geova obiettore di coscienza
Sono almeno 10 i fedeli arrestati dall’inizio dell’anno per lo stesso motivo. Molti di loro hanno fatto appello alle Nazioni Unite, ma le autorità continuano ad effettuare raid e arresti. Punita anche la comunità battista: ha organizzato un campo estivo per i bambini.

Ashgabat (AsiaNews) - Continua la persecuzione dei cristiani in Turkmenistan. Nei giorni scorsi, il 22enne Amirlan Tolkachev è stato condannato a 18 mesi di reclusione perché obiettore di coscienza. Il giovane è il decimo testimone di Geova a finire in carcere dall'inizio del 2013 per essersi rifiutato di prestare il servizio obbligatorio nell'esercito

La Costituzione turkmena definisce il servizio militare come "dovere sacro" e non prevede alcun programma sociale sostitutivo per coloro che, per ragioni politiche o religiose, si rifiutano di prendervi parte. Nonostante l'articolo 18 della legge religiosa garantisca il diritto  all'obiezione di coscienza, ogni  turkmeno tra i diciotto e i ventisette anni deve prestare servizio nell'esercito  per almeno due anni, pena la reclusione fino a diciotto mesi. Secondo fonti locali sono almeno 15 gli obiettori di coscienza che avrebbero chiesto l'intervento della Commissione per i diritti umani presso le nazioni unite.

Il sito d'informazione norvegese Forum18, impegnato a documentare le violazioni alla libertà religiosa in Asia centrale, riporta che le autorità turkmene si sono rifiutate di fornire spiegazioni riguardo il caso di Tolkachev.

Il 29 agosto, pochi giorni dopo l'arresto di Tolkachev, un raid analogo a quelli lanciati dalle autorità uzbeke a Samarcanda e Tashkent ha preso di mira un campo estivo organizzato dalla comunità battista per i bambini della zona di Mary. Come la polizia uzbeka, gli agenti del governo di Ashgabat hanno inflitto due pesanti sanzioni alla comunità senza fornire motivazioni legali plausibili.