Naypyidaw ottimista sul cessate il fuoco coi ribelli, ma fra i Kachin la pace è “illusione”
di Francis Khoo Thwe
Entro il mese di ottobre il governo birmano conta di siglare un accordo congiunto su scala nazionale. Cruciali i colloqui della settimana prossima con i leader Kachin. Intanto continuano le schermaglie fra militari e milizie. Violenze e abusi della polizia sulla popolazione civile.

Yangon (AsiaNews) - Il governo birmano è "ottimista" circa la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco congiunto su scala nazionale, che interesserà "tutti" i gruppi armati ribelli presenti nel Paese, entro la fine del mese prossimo. È quanto afferma un consulente dell'esecutivo a Naypyidaw, secondo cui "incrociando le dita" saranno "cruciali" i colloqui della settimana prossima con i ribelli Kachin per arrivare a una "svolta". Tuttavia, a dispetto degli annunci ufficiali restano ancora situazioni di criticità, come raccontano fonti di AsiaNews nello Stato a nord del Myanmar, che confermano scontri fra esercito birmano e membri delle milizie ribelli Kachin. Negli ultimi giorni si è registrata un'escalation nella tensione e non si esclude un ritorno al conflitto su larga scala.

Lo United Nationalities Federal Council (Unfc), federazione che riunisce 11 gruppi armati ribelli del Myanmar, ha sottolineato che il processo di pace non può continuare senza un accordo fra Kachin e governo. Nel maggio scorso il Kachin Independence Organization (Kio) e il governo centrale - che vuole raggiungere una tregua con tutti e 16 i gruppi minoritari - hanno firmano un accordo preliminare fra le rispettive forze armate volto ad arginare le violenze, ma non ha avuto seguito.

Hla Maung Shwe, consulente governativo del Myanmar Peace Center, ha riferito che il cessate il fuoco nazionale - atteso a lungo - potrebbe chiudersi a breve. "Se tutto va bene da entrambi i fronti [governo e membri Kio, il solo gruppo etnico che non ha chiuso un accordo di pace], i colloqui a livello nazionale si terranno a Myitkyina [capitale dello Stato Kachin] la prima settimana di ottobre".

Intanto, però si registrano scontri fra i due fronti, con morti e feriti. Fonti di AsiaNews nello Stato Kachin riferiscono di un'aspra battaglia fra un battaglione di 50 uomini del Kachin Independence Army (Kia) e un gruppo di soldati dell'esercito birmano, avvenuta il 10 settembre scorso nel sud dello Stato. Lo scontro è durato per oltre sei ore e ha causato la morte di un ufficiale birmano; secondo i Kachin all'origine della battaglia vi è lo sconfinamento (con colpi di artiglieria) delle truppe birmane in una zona presidiata dai ribelli. "Siamo al terzo giorno di battaglia - afferma un abitante della zona - le cose non vanno bene e la pace resta una mera illusione". Un cessate il fuoco a livello nazionale, aggiunge, resterà solo "carta straccia" se l'esercito birmano non smette di combattere.

In un secondo episodio, cinque agenti della polizia birmana della divisione di Myitkyina hanno fermato - senza motivo - un ragazzo di 16 anni di etnia Kachin, torturandolo a lungo per estorcere una confessione relativa a un crimine mai commesso. Il giovane ha subito percosse, calci e pugni riportando gravi ferite. Egli è stato liberato solo dopo alcuni giorni di prigionia e ora versa in condizioni gravi, anche se non è in pericolo di vita. Non è la prima volta che ufficiali e agenti della sicurezza birmana compiono violazioni e abusi palesi ai danni della popolazione civile Kachin.

Divampato nel 2011, il nuovo conflitto fra l'esercito governativo e le milizie ribelli del Kachin Independence Army (Kia) - braccio armato della Kachin Independence Organization (Kio) - ha causato sinora decine di vittime civili e almeno 100mila sfollati, in larga maggioranza civili Kachin. I leader del movimento indipendentista e i rappresentanti del governo centrale di Naypyidaw - con la nuova amministrazione, semi-civile, guidata dal presidente Thein Sein - hanno dato vita a numerosi incontri di pace, senza mai giungere a risultati tangibili e duraturi. Scontri si registrano pure nella divisione meridionale Kio e un settore dello Stato settentrionale Shan, poco distante dallo Shwe Gas Pipeline, un oleodotto dall'importanza strategica nel comparto dell'energia.