Papa: i medici rifiutino la "cultura dello scarto" e testimonino la "cultura della vita"
La credibilità di un sistema sanitario non si misura solo per l'efficienza, ma soprattutto per l'attenzione e l'amore verso le persone, la cui vita è sempre sacra e inviolabile. "Non esiste una vita umana più sacra di un'altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un'altra".

Città del Vaticano (AsiaNews) - I medici e in particolare i ginecologi rifiutino la "cultura dello scarto", che arriva a chiedere di eliminare esseri umani e siano coraggiosi testimoni della "cultura della vita", anche se ciò comporta andare controcorrente e pagare di persona.

La promozione della cultura della vita, perché "non esiste una vita umana più sacra di un'altra, come non esiste una vita umana qualitativamente più significativa di un'altra", è stata al centro delle parole che papa Francesco ha rivolto oggi ai ginecologi cattolici che  partecipano all'incontro promosso dalla Federazione internazionale delle associazioni dei Medici cattolici.

Il Papa ha innanzi tutto evidenziato la "situazione paradossale" nella quali ci si trova oggi, segnata da un lato dai "progressi della medicina, grazie al lavoro di scienziati che, con passione e senza risparmio, si dedicano alla ricerca di nuove cure". Dall'altro, "il disorientamento culturale" fa sì che "pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte a non rispettare la vita stessa". "L'accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco. La situazione paradossale si vede nel fatto che, mentre si attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti, non sempre si tutela la vita come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell'agire medico rimane sempre la difesa e la promozione della vita".

In "questo contesto contraddittorio, la Chiesa fa appello alle coscienze di tutti i professionisti e i volontari della sanità", e in particolare ai ginecologi, di contrastare la "cultura dello scarto", che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti". Essa "ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un 'sì' deciso e senza tentennamenti alla vita". "Le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più delle cose e non hanno prezzo. Per questo l'attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella maggiormente indifesa, cioè al disabile, all'ammalato, al nascituro, al bambino, all'anziano".

Terzo e ultimo aspetto enunciato dal Papa "è un mandato: siate testimoni e diffusori di questa 'cultura della vita'. Il vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per l'impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l'impronta dell'opera creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta anche su di voi per diffondere il 'vangelo della vita'.