Pechino "libera" internet. Ma solo per gli stranieri e solo a Shanghai
Il governo centrale ha deciso di eliminare la censura sui siti "sensibili" come Facebook, Twitter e il New York Times. La decisione riguarda perĂ² soltanto la Zona di libero commercio di Shanghai, la prima del Paese. Le compagnie di telecomunicazioni internazionali potranno competere con quelle nazionali per offrire chiamate e connessioni alla Rete.

Pechino (AsiaNews) - Il governo centrale cinese ha deciso di eliminare il bando imposto su alcuni siti internet considerati "sensibili". La decisione riguarda però soltanto la Zona di libero commercio di Shanghai, instaurata dalla nuova leadership comunista: qui agli stranieri sarà consentito accedere a Facebook, Twitter, New York Times e altri siti che nel resto della Cina sono oscurati. La conferma viene dal South China Morning Post, che ha parlato con alcuni alti funzionari statali.

Le fonti, anonime, aggiungono inoltre che le autorità della metropoli consentiranno alle compagnie internazionali di telecomunicazione la possibilità di entrare nel mercato interno e fornire accessi alla Rete e chiamate telefoniche ai residenti. Le tre maggiori compagnie cinesi del settore - China Mobile, China Unicom e China Telecom (tutte di proprietà statale) - sono già state informate della decisione e non protesteranno, dato che questa viene dal Politburo.

Un funzionario spiega: "Per dare il miglior benvenuto possibile alle compagnie straniere che vogliono investire qui, e permettere agli stranieri di vivere e lavorare in modo felice all'interno della Zona speciale, dobbiamo farli sentire come a casa. Se non possono aprire Facebook o leggere il New York Times, potrebbero chiedersi cosa ci sia di speciale qui da noi". In ogni caso, questa apertura "rimarrà confinata qui".

La Zona di libero commercio è stata varata lo scorso agosto dal Consiglio di Stato cinese. Con una dimensione di 29 chilometri quadrati, la Zona include la nuova area di Pudong, il porto di Yangshan e l'area che costeggia l'aeroporto internazionale. Il governo spera, eliminando i dazi sull'import-export e liberalizzando le comunicazioni, di attrarre i capitali stranieri sempre più orientati verso il Sud-Est asiatico.

A farne le spese potrebbero essere in maniera primaria Hong Kong e Taiwan. La prima è da sempre considerata il "punto di accesso privilegiato" dei capitali stranieri destinati al mercato cinese: la sua Borsa, la sua maggiore libertà e uno Stato di diritto efficace hanno reso il Territorio uno dei posti migliori al mondo per fare affari. La seconda ha firmato da poco un accordo di libero scambio - a tasse ridotte - con la Cina continentale proprio per attrarre investitori, "convinti" a passare da Taipei per entrare nel Paese.