Vescovo di Pune: La strage dei cristiani di Peshawar, un fallimento del governo pakistano
di Nirmala Carvalho
Mons. Thomas Dabre ha deciso che tutte le parrocchie della sua diocesi dedicheranno la messa della prossima domenica alle vittime dell’attentato in Pakistan. “L’integrità e l’autorità morale di una nazione – sottolinea – dipendono dal suo impegno nel garantire lo Stato di diritto e nel difendere le sue minoranze”. La libertà religiosa “è un diritto umano inalienabile”.

Mumbai (AsiaNews) - La strage di Peshawar "è il fallimento delle autorità del Pakistan nel proteggere la vulnerabile comunità cristiana del Paese. L'integrità e l'autorità morale di una nazione dipendono dal suo impegno fermo nel garantire lo Stato di diritto e nel difendere le sue minoranze". È quanto afferma ad AsiaNews mons. Thomas Dabre, vescovo di Pune (Maharashtra), che in memoria delle vittime dell'attentato ha deciso che ogni parrocchia della sua diocesi terrà una solenne celebrazione eucaristica il prossimo 29 settembre.

"In ogni messa - spiega il presule - dopo la lettura del Vangelo si reciterà una preghiera per la pace, l'armonia, il rispetto e la sicurezza di tutte le minoranze del Pakistan". Egli celebrerà la liturgia nella cattedrale di Pune.

"Sono profondamente addolorato - sottolinea il prelato - per il terribile e crudele attacco a fedeli cristiani innocenti. Il fallimento delle autorità [nel proteggerli] è scoraggiante e motivo di grande preoccupazione. Il compito primario e obbligato di una nazione è quello di proteggere le minoranze. Sono orgoglioso dei cristiani pakistani per come mantengono e preservano la loro fede, nonostante tutte le difficoltà e le sfide che incontrano giorno dopo giorno nel credere in Cristo".

Mons. Dabre ricorda che "i cristiani del Pakistan sono profondamente integrati nella cultura locale: l'urdu è la loro lingua madre e del culto. Questo è significativo perché dimostra un'inculturazione autentica e completa. Ed è ancora più grave che questa comunità sia spesso perseguitata e uccisa".

"La libertà religiosa - aggiunge - è un diritto umano inalienabile, intrinsecamente collegato alla dignità della persona umana e alla compassione morale di una nazione. È urgente che la comunità internazionale non resti in silenzio dinanzi alla crescente persecuzione dei cristiani nel mondo".