Papa: la Chiesa è "santa" non per i nostri meriti, ma perché Dio la fa santa
La Chiesa è "fatta di peccatori", ma "il Signore ci vuole parte di una Chiesa che sa aprire le braccia per accogliere tutti", "dove tutti possono essere rinnovati, trasformati, santificati dal suo amore". "La santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agire Dio".

Città del Vaticano (AsiaNews) - La Chiesa è santa "non per i nostri meriti", ma perché "procede da Dio che è santo, perché Gesù, il Santo di Dio, è unito in modo indissolubile ad essa, perché è guidata dallo Spirito Santo". Udienza generale dedicata anche oggi al Credo, con papa Francesco che si è soffermato sull'aggettivo "santa" che segue l'affermazione "credo la Chiesa cattolica una".

Ad ascoltarlo 60mila persone presenti in piazza san Pietro, tra le quali come ormai di consueto è passato con la jeep per quasi mezz'ora, stringendo mani e baciando bambini. Ha anche "scambiato" il suo zucchetto con uno dei presenti e sventolato, per un momento, una bandiera argentina che un altro gli ha lanciato.

Ma come è possibile, ha chiesto, affermare che la Chiesa è santa anche se "nel suo cammino lungo i secoli ha avuto difficoltà, problemi, momenti bui, come può essere santa una Chiesa fatta di uomini peccatori, donne peccatrici, sacerdoti peccatori, suore peccatrici, vescovi peccatori, cardinali peccatori, Papa peccatore". "Come può essere santa una Chiesa così?".

La risposta è nel fatto che "Cristo ha amato la Chiesa, donato tutto se stesso sulla croce. E questo significa che la Chiesa è santa perché procede da Dio che è santo, le è fedele e non l'abbandona in potere della morte e del male. E' santa perché Gesù Cristo, il Santo di Dio, è unito in modo indissolubile ad essa; è santa perché è guidata dallo Spirito Santo che purifica, trasforma, rinnova. Non è santa per i nostri meriti, ma perché Dio la rende santa, è frutto dello Spirito Santo e dei suoi doni. Non siamo noi a farla santa: è Dio, è lo Spirito Santo, che nel suo amore, fa santa la Chiesa!".

"E' vero, siamo una Chiesa di peccatori; e noi peccatori siamo chiamati a lasciarci trasformare, rinnovare, santificare da Dio. C'è stata nella storia la tentazione di alcuni che affermavano: la Chiesa è solo la Chiesa dei puri, di quelli che sono totalmente coerenti, e gli altri vanno allontanati. Questo non è vero! Questa è un'eresia. La Chiesa, che è santa, non rifiuta i peccatori; Non rifiuta tutti noi! Non rifiuta, perché chiama tutti: li accoglie, è aperta anche ai più lontani, chiama tutti a lasciarsi avvolgere dalla misericordia, dalla tenerezza e dal perdono del Padre, che offre a tutti la possibilità di incontrarlo, di camminare verso la santità".

E se "tutti portiamo con noi i nostri peccati", "il Signore vuole sentire che gli diciamo: 'Perdonami, aiutami a camminare, trasforma il mio cuore!'. E il Signore può trasformare il cuore! Nella Chiesa, il Dio che incontriamo non è un giudice spietato, ma è come il Padre della parabola evangelica. Puoi essere come il figlio che ha lasciato la casa, che ha toccato il fondo della lontananza da Dio. Quando hai la forza di dire: voglio tornare in casa, troverai la porta aperta, Dio ti viene incontro perché ti aspetta sempre. Dio ti aspetta sempre! Dio ti abbraccia, ti bacia e fa festa. E' cosi il Signore! Così è la tenerezza del nostro Padre! Il Signore ci vuole parte di una Chiesa che sa aprire le braccia per accogliere tutti, che non è la casa di pochi, ma la casa di tutti, dove tutti possono essere rinnovati, trasformati, santificati dal suo amore, i più forti e i più deboli, i peccatori, gli indifferenti, coloro che si sentono scoraggiati e perduti. La Chiesa a tutti offre la possibilità di percorrere la strada della santità, che è la strada del cristiano: ci fa incontrare Gesù Cristo nei Sacramenti, specialmente nella Confessione e nell'Eucaristia; ci comunica la Parola di Dio, ci fa vivere nella carità, nell'amore di Dio verso tutti. Chiediamoci, allora: ci lasciamo, noi, santificare? Siamo una Chiesa che chiama e accoglie a braccia aperte i peccatori, che dona coraggio, speranza, o siamo una Chiesa chiusa in se stessa? Siamo una Chiesa in cui si vive l'amore di Dio, in cui si ha attenzione verso l'altro, in cui si prega gli uni per gli altri?".

Il Papa ha poi posto un'ultima domanda: "che cosa posso fare io che mi sento debole, fragile, peccatore? Dio ti dice: non avere paura della santità, non avere paura di puntare in alto, di lasciarti amare e purificare da Dio, non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. Lasciamoci contagiare dalla santità di Dio. Ogni cristiano è chiamato alla santità; e la santità non consiste anzitutto nel fare cose straordinarie, ma nel lasciare agire Dio. E' l'incontro della nostra debolezza con la forza della sua grazia, è avere fiducia nella sua azione che ci permette di vivere nella carità, di fare tutto con gioia e umiltà, per la gloria di Dio e nel servizio del prossimo". "Non perdiamo la speranza nella santità, percorriamo tutti questa strada".