Jakarta: blitz dell’anticorruzione, arrestato il presidente della Corte costituzionale
di Mathias Hariyadi
Akil Mochtar avrebbe intascato mazzette per tre miliardi di rupie per “aggiustare” l’esito di una tornata elettorale nel Borneo centrale. Shock e stupore nell’opinione pubblica, crollo della fiducia nelle istituzioni. Il presidente Yudhoyono parla di vicenda “legale” e “non politica”; chiede trasparenza, ma la corruzione dilaga.

Jakarta (AsiaNews) - Un nuovo scandalo corruzione scuote l'opinione pubblica indonesiana e rischia di mettere in ginocchio la credibilità delle più alte istituzioni del Paese. La scorsa notte la Commissione anti-corruzione (Kpk) ha fermato il presidente della Corte costituzionale (Mk) Akil Mochtar, già avvocato di punta e membro del Golkar Party, in seguito a un blitz nella sua residenza privata a sud di Jakarta. Gli agenti lo hanno sorpreso e arrestato con prove evidenti di malaffare e corruttela; nel corso dell'operazione hanno sequestrato una somma di denaro contante pari a tre miliardi di rupie (circa 260mila dollari).

Originario della provincia del Borneo centrale, Mochtar è fra le figure più autorevoli del panorama nazionale. Assieme al presidente della Corte costituzionale è stata fermata anche Chairun Nisa, esponente di prima fila del Golkar Party e candidata al Parlamento alle elezioni del 2014. In una diversa operazione i membri della Kpk hanno arrestato anche Hambit Binthin, attuale capo della reggenza di Gunung Mas, nel Borneo centrale.

Già in passato elementi di punta del panorama politico, fra cui il leader del partito filo-islamista Justice Prosperous Party (Pks) Lufthi Hassan, e l'ex ministro per le Politiche giovanili e lo sport Andi Mallarangeng erano caduti nelle maglie della Commissione anti-corruzione. L'accusa per il presidente della Corte costituzionale è di aver manovrato - dietro compenso - per assicurare un secondo mandato ad Hambit Binthin. Fra le massime istituzioni indonesiane, infatti, solo i supremi giudici hanno il potere - in caso di ricorso - di sancire o ribaltare l'esito delle urne in una tornata elettorale, locale o nazionale.

Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono parla di "fatto terribile, che colpisce la più alta istituzione giuridica del Paese". Egli aggiunge che si tratta di una "vicenda legale e non politica" e auspica maggiore "rigore" e "trasparenza" da quanti ricoprono incarichi di primo piano. Da più parti intanto si levano richieste di dimissioni per Akil Mochtar che, secondo alcuni dei suoi predecessori alla guida della Mk, merita la pena di morte per aver infangato l'istituzione.