I musulmani del Caucaso invitano papa Francesco in Azerbaigian
Il capo del Dipartimento islamico del Caucaso ha inoltrato l'invito attraverso il cardinale Ravasi, in visita ufficiale a Baku per organizzare un'esposizione di arte azera ai Musei Vaticani: "Siamo molto felici della sua elezione, vorremmo conoscerlo di persona". Da parte sua, il cardinale invita lo sceicco in Vaticano.

Baku (AsiaNews) - Il capo del Dipartimento dei musulmani del Caucaso, lo sceicco Hadji Allahchukur Pachazadeh, ha invitato papa Francesco a visitare l'Azerbaigian: "Siamo felici per la sua elezione e vorremmo conoscerlo di persona". L'invito è stato rivolto ieri al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la cultura, in visita ufficiale a Baku per organizzare un'esposizione di arte azera ai Musei Vaticani.

Lo sceicco ha detto: "Questo è il mio primo incontro con lei, quindi mi congratulo con voi e con il Vaticano per l'elezione del Papa. Vorrei che venisse a visitare l'Azerbaigian. Il mio è un invito ufficiale, che senza dubbio sarà condiviso anche dal governo". Lo sceicco ha poi espresso il suo desiderio di visitare il Vaticano, e il cardinal Ravasi lo ha subito accontentato: "Venga, sarebbe molto importante per le relazioni bilaterali tra i nostri Stati".

La delegazione vaticana ha incontrato anche il presidente del Paese, Ilham Aliyev, che ha conferito al cardinale la medaglia dell'Ordine Dostluh ("Amicizia"), una delle più importanti dell'Azerbaigian. Da parte della Santa Sede, il presule ha invece donato al presidente una medaglia della Sede Vacante e ha lodato la "first lady" Mehriban Aliyeva, capo della Fondazione "Heydar Aliyev", per il suo contributo al rafforzamento delle relazioni fra Vaticano e Azerbaigian.

Su una popolazione di circa 10 milioni di persone, l'Azerbaigian è un Paese a maggioranza islamica. I musulmani sono il 93,4% della popolazione (oltre il 60% di confessione sciita), mentre i cristiani sono il 4,6%, per la maggior parte ortodossi russi o armeni. Nel Paese vivono, secondo fonti locali, circa 400 cattolici per la maggior parte stranieri. Il governo consente la libertà religiosa ma tiene sotto stretto controllo la pratica, soprattutto islamica: preoccupato dall'emergere di un islam politico, infatti, ha introdotto leggi e regolamenti che mettono moschee e predicatori sotto l'ala dello Stato.