Papa: impegno di "singoli e istituzioni" per la famiglia, aiutare chi ha perso il lavoro
Francesco in visita ufficiale al presidente della Repubblica italiana. "Il compito primario che spetta alla Chiesa- è quello di testimoniare la misericordia di Dio e di incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprire a un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano anche le energie e l'impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile più umano e più giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo sostenibile e sano".

Roma (AsiaNews) - Promuovere l'impegno di tutti, "singoli e istituzioni", per dare sostegno alla famiglia, moltiplicare gli sforzi per alleviare le conseguenze della crisi economica e della conseguente mancanza di lavoro, "incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprire a un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano anche le energie e l'impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile più umano e più giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo sostenibile e sano". Lo ha detto papa Francesco nel corso della visita, segnata da grande cordialità, al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Prima visita ufficiale dell'attuale papa nel palazzo che, fino alla fine dello Stato pontificio, era la residenza papale.

Sesto papa ad entrarvi dopo il 1870, Francesco anche in questa occasione ufficiale non ha rinunciato al suo stile di sobrietà: un corteo formato da cinque o sei automobili, senza sirene, con il Papa in una Ford Focus, passato nel traffico, accanto a romani e turisti. E un inusuale saluto ai dipendenti del Quirinale, con i familiari, riuniti nel salone dei Corazzieri. A loro il Papa raccomanda "spirito di accoglienza e di comprensione verso tutti" coloro che si rivolgono al presidente della Repubblica. Francesco trasforma l'incontro in una specie di udienza privata: si avvicina ai bambini, ne chiede i nomi.

Col presidente - al terzo incontro con l'attuale papa - Francesco parla di "eccellente stato" dei rapporti tra Italia e Santa Sede e di "sviluppo sereno dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia". Lo ringrazia per i "tanti gesti di attenzione" avuti per lui e Benedetto XVI. "A lui desidero rivolgere in questo momento il nostro pensiero e il nostro affetto, nel ricordo della sua visita al Quirinale, che in quell'occasione egli definì «simbolica casa di tutti gli italiani»".

"Tante - dice poi - sono le questioni di fronte alle quali le nostre preoccupazioni sono comuni e le risposte possono essere convergenti. Il momento attuale è segnato dalla crisi economica che fatica ad essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello di una insufficiente disponibilità di lavoro. E' necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa".

"Il compito primario che spetta alla Chiesa - aggiunge - è quello di testimoniare la misericordia di Dio e di incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprire a un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano anche le energie e l'impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile più umano e più giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo sostenibile e sano".

"Sono impresse nella mia mente le prime visite pastorali che ho potuto compiere in Italia. A Lampedusa, anzitutto, dove ho incontrato da vicino la sofferenza di coloro che, a causa delle guerre o della miseria, si avviano verso l'emigrazione in condizioni spesso disperate; e dove ho visto l'encomiabile testimonianza di solidarietà di tanti che si prodigano nell'opera di accoglienza. Ricordo poi la visita a Cagliari, per pregare davanti alla Madonna di Bonaria; e quella ad Assisi, per venerare il Santo che dell'Italia è patrono e di cui ho preso il nome. Anche in questi luoghi ho toccato con mano le ferite che affliggono oggi tanta gente. Al centro delle speranze e delle difficoltà sociali, c'è la famiglia. Con rinnovata convinzione, la Chiesa, continua a promuovere l'impegno di tutti, singoli ed istituzioni, per il sostegno alla famiglia, che è il luogo primario in cui si forma e cresce l'essere umano, in cui si apprendono i valori e gli esempi che li rendono credibili. La famiglia ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione. Mentre mette a disposizione della società le sue energie, essa chiede di essere apprezzata, valorizzata e tutelata".

Segnata da evidente cordialità - Francesco e Napolitano si parlano continuamente anche mentre percorrono corridoi e saloni - la visita del Papa è ufficiale: c'è la delegazione della Santa Sede e le massime autorità dello Stato e lo scambio di doni: da Napolitano un'acquaforte di Giovanni Battista Piranesi del 1773 raffigurante una veduta della piazza di Monte Cavallo, come si chiamava a Roma il piazzale antistante il palazzo del Quirinale, da Francesco due fusioni in bronzo di arte contemporanea, di Guido Veroi, una con l'immagine di San Martino che taglia in due parti il suo mantello per donarlo al povero, l'altra che rappresenta un angelo in atteggiamento mistico che abbraccia e ravvicina i due emisferi del globo terrestre vincendo l'opposizione di un drago.