Patriarca Bartolomeo, con papa Francesco nuova linfa al "dialogo d'amore" tra le "Chiese sorelle"
di NAT da Polis
L'importanza della decisione di incontrarci nella primavera del 2014 a Gerusalemme, nel cinquantesimo anniversario dello storico abbraccio di papa Paolo VI e del patriarca ecumenico Atenagora, "Ci rende veramente tristi dover costatare di non avere raggiunto ancora la nostra piena comunione, causa di tanti mali tra noi cristiani". Una delegazione vaticana visita per la prima volta nella storia la scuola teologica di Chalki (Istanbul).

Istanbul (AsiaNews) - La volontà di portare avanti il dialogo con la "Chiesa sorella" di Roma e la convinzione che con papa Francesco esso avrà "nuova linfa" sono state espresse dal patriarca Bartolomeo in occasione del festeggiamento solenne, secondo il rito greco bizantino, di sant'Andrea Apostolo patrono del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. 

Come da tradizione anche quest'anno è presente la delegazione della Santa Sede, in rappresentanza di papa Francesco, composta dal card Kurt Koch presidente della commissione per l'unità dei cristiani, dal vescovo Brian Farell, segretario della stessa, e da mons. Andrea Palmieri sottosegretario. Prima dell'incontro, una delegazione vaticana ha visitato ieri la scuola teologica di Chalki (Istanbul).  

Nella sua omelia il patriarca ecumenico Bartolomeo ha ricordato che durante la sua lunga vita, piena anche di tante sofferenze e di persecuzioni, la Chiesa di Costantinopoli è riuscita a mantenere la propria fede e la propria testimonianza, diffondendo il messaggio di nostro Signore Gesù Cristo per lungo e per largo sulla nostra Terra.

Occorre sostenere con fervore, ha continuato Bartolomeo, il "dialogo d'amore" tra le due Chiese sorelle, assumendo comuni iniziative per  esaltare la missione della Chiesa che dopo l'elezione del nostro fratello in Cristo avrà nuova linfa. "Convinzioni e volontà che abbiamo voluto esprimere al Santo Padre Francesco il giorno del suo insediamento".

"Ci rende veramente tristi dover costatare di non avere raggiunto ancora la nostra piena comunione, causa di tanti mali tra noi cristiani". E non ha mancato di indicare tra le cause della non piena comunione, quelle "frange" che nella storia della Chiesa cristiana si consideravano latori della verità, riducendo in sostanza il dialogo in un monologo. E anche oggi ci sono quelli che si inventano ostacoli procedurali per poter rallentare il dialogo dell'amore tra le due Chiese.

Proprio per questo, ha sottolineato Bartolomeo, è importante la decisone presa durante il nostro incontro subito dopo l'insediamento dell'amatissimo papa Francesco (nella foto), chiamato a succedere al saggio papa Benedetto XVI, di incontrarci nella primavera del 2014 a Gerusalemme, nel cinquantesimo anniversario dello storico abbraccio di papa Paolo VI e del patriarca ecumenico Atenagora, i quali con il loro gesto tolsero le secolari incomprensioni tra i cristiani, iniziando il dialogo verso la tanto desiderata nostra unità voluta dal nostro Signore.

"Ci incontreremmo non solo per ricordare ed onorare il loro gesto, ma  come capi spirituali abbiamo il dovere di fare appello ed invitare tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalla loro fede e virtù, al dialogo e di far conoscere loro l'importanza del messaggio di Gesù Cristo, veramente utile per la rinascita dell' esistenza umana".

Infine Bartolomeo, rivolgendosi al cardinale Kurt Koch, ha sottolineato la forte e convinta volontà del patriarcato ecumenico di Costantinopoli di sostenere con tutti i suoi mezzi il dialogo con tutti e ha espresso la convinzione che con papa Francesco quello tra le due Chiese sorelle verrà rinforzato con nuova linfa, "per poter diffondere serenamente il messaggio di Gesù Cristo".