Da criminale ad artista, un giovane taiwanese scopre la "vera libertà" del Natale
di Xin Yage
Beili, 35 anni, ha trascorso 10 anni in carcere dove ha imparato a dipingere. Ora lavora con p. Barry, stimato artista cattolico, per produrre vetrate e mosaici religiosi. E torna in prigione ma come insegnante di arte: "Ringrazio Dio per tutti i doni che mi ha dato".

Taipei (AsiaNews) - Il più bel regalo di Natale viene da una redenzione dopo un periodo di difficoltà. "Pensavo di dover lasciare la mia parrocchia senza la speranza di vedere un giovane artista di talento crescere qui - dice padre Barry (丁松青神父, nella foto con i ragazzi della sua parrocchia e le sue opere) - anche se a dire il vero non l'ho visto crescere io come artista. È stato un inaspettato regalo per il Natale 2013". Il sacerdote parla di un giovane taiwanese che, dopo un lungo periodo in carcere, ha scoperto un'ottima vena artistica.

Il p. Barry vive da quasi quarant'anni nella parrocchia di Qingchuan (清泉), un villaggio aborigeno Atayal nelle montagne della provincia di Hsinchu (新竹縣). Lui stesso è un rinomato artista, autore di mosaici e soprattutto di vetrate con raffigurazioni di personaggi della storia biblica e della storia del villaggio. Ma per farsi aiutare a produrre le sue opere d'arte è sempre stato costretto a chiamare altri artisti da altre zone di Taiwan. Invece ora Beili, 35 anni originario di Qingquan, è tornato a casa dopo dieci anni di prigione. E in quei dieci anni, sotto la guida di un bravissimo insegnante di pittura, ha prima scoperto e poi coltivato e perfezionato, studiando e praticando ogni giorno, l'arte della pittura.

È bravissimo nel dipingere realistici ritratti di persona, come anche paesaggi e scene di vita del villaggio. Soprattutto lo fa con grande passione: si alza ogni mattina prima delle sei e comincia a dipingere avidamente e ora sta collaborando a un progetto per una serie di quadri in parrocchia. Ha anche ricevuto altre due commissioni da due abitanti facoltosi del capoluogo di provincia.

Lui non ama molto parlare, si limita a dire che per lui dipingere è una grande passione: "Mi piace e mi permette di comunicare quello che ho dentro" dice mentre continua a rifinire gli ultimi dettagli della tela che ha quasi terminato di dipingere. "Questa è una delle storie in cui la rieducazione è stata esemplare. Se fosse sempre così, tutti dovremmo andare in prigione per qualche tempo e imparare qualcosa di utile" scherza padre Barry.

Dopo le feste di Natale Beili tornerà in carcere in veste di insegnante di pittura per poter passare la sua passione anche ai nuovi arrivati: "Quello che ho ricevuto, vorrei poterlo comunicare anche ad altri che forse non sanno ancora di avere questo talento". Lui racconta che non sapeva di poter diventare un artista: era stato arrestato dopo una lite di gruppo degenerata, a causa degli alcolici, in un omicidio accidentale. Tutto sembrava finito lì, senza più un futuro.

Invece proprio in prigione per Beili è iniziata la riscoperta di se stesso e la rinascita: "Un giorno è arrivata la proposta per un corso di pittura, che molti scartano perché ritengono una perdita di tempo" ci dice. "Invece io l'ho scelto a questo mi ha portato a trovare serenità e a scoprire che avevo un talento  e una passione per l'arte che ha sorpreso anche me. Inoltre sono stato fortunatissimo ad avere un insegnante paziente ed eccellente, ha saputo motivarmi nelle difficoltà a mi ha accompagnato lungo tutta la formazione".

Ora Beili riceve parecchie commesse, innanzitutto da padre Barry che gli affida dipinti per la chiesa parrocchiale e gli chiede di aiutarlo nelle vetrate che deve consegnare ad altre diocesi, ma anche da altri benestanti che gli chiedono ritratti o dipinti per le loro abitazioni private. Lui però non ha tagliato tutti i ponti con il carcere dove è rimasto dieci anni: è stato richiesto come insegnante aggiunto. "Mi piace perché posso trasmettere anche ai nuovi alunni la passione per l'arte, in carcere di tempo ce n'è tanto, e se bene usato può portarti a riscoprire te stesso e i doni che il Signore ti ha dato. Per questo Natale 2013 voglio ringraziare Gesù per tutto quanto mi ha dato in questi anni. Adesso sono libero, ma la vera libertà me l'ha data la pittura che mi ha permesso di esprimere le mie potenzialità". La vita di ognuno è diversa, a volte segue circostanze diverse e inaspettate, e quando tutto sembra perduto arriva invece la rinascita. "Devo ringraziare tutta la gente che mi sta vicino, soprattutto il mio insegnante in carcere. Senza di lui non avrei potuto diventare quello che sono".