Elezioni in Thailandia: luci e ombre di un voto che non risolve la crisi politica
La tornata elettorale si è svolta in modo pacifico e non si sono registrati gravi incidenti. Si è votato nella maggioranza dei seggi, ma saranno necessari turni suppletivi. In nove province urne chiuse per il boicottaggio dell’opposizione. Fonte di AsiaNews: resta alta la tensione fra i due fronti, ma clima più sereno.

Bangkok (AsiaNews) - Dalle elezioni politiche tenute ieri in Thailandia - boicottate dal principale partito di opposizione, che da mesi manifesta in piazza contro il governo Shinawatra - sono emersi due fattori essenziali: il voto si è svolto in modo pacifico e non si sono registrati incidenti o violenze (nella foto un seggio elettorale). Al contempo, esso non servirà a delineare a breve un quadro futuro del Paese: saranno infatti necessarie diverse settimane, e ulteriori turni suppletivi, per raccogliere i voti in tutti i distretti elettorali. Secondo dati ancora ufficiosi diffusi oggi dalla Commissione elettorale, al voto di ieri hanno partecipato il 45,8% degli aventi diritto; su un totale di 44.649.742 elettori, si sono recati alle urne 20.468.646 persone. A dispetto dei timori della vigilia, quasi l'89% dei seggi ha operato in modo regolare. Quasi certa la vittoria schiacciante del partito di governo guidato dal Primo Ministro Yingluck Shinawatra, anche se le ombre di illegalità e incostituzionalità lasciano la nazione in un limbo politico. 

Tra i potenziali elettori non sono calcolati quanti vivono nelle nove province in cui non si è votato per il boicottaggio delle "Camicie gialle", vicine al Partito Democratico: Songkhla, Trang, Phatthalung, Phuket, Surat Thani, Ranong, Krabi, Chumphon e Phangnga. Una iniziativa che ha impedito a milioni di persone di recarsi ai seggi e renderà necessario il voto suppletivo, in programma nelle prossime settimane, con calendario variabile a seconda della provincia. Il nuovo Parlamento potrà infatti riunirsi solo quando sono stati assegnati almeno il 95% dei seggi. 

Il rischio concreto è che il voto venga invalidato, mentre i due fronti - governo e opposizione - studiano le rispettive mosse per superare l'impasse e imprimere un cambio di rotta a una nazione che rischia di vedere affossate l'economia e le prospettive di sviluppo. Oggi i manifestanti anti-governativi hanno sfilato in corteo a nord della capitale, in direzione del centro, rilanciando la richiesta di dimissioni della Shinawatra. Di contro, la Primo Ministro sottolinea l'importanza del voto di ieri, segno che "il popolo è desideroso di continuare il processo democratico". 

Una fonte istituzionale di AsiaNews a Bangkok dietro anonimato riferisce che durante le operazioni di voto "erano presenti margini di rischio", ma le elezioni "si sono svolte con regolarità". Ora "serviranno almeno tre o quattro mesi prima che l'iter elettorale venga concluso", una situazione che non contribuisce a "dipanare la tensione fra i due fronti, anche se il clima sembra rasserenarsi". L'esecutivo, aggiunge la fonte, vuole mostrare il volto "democratico" della Thailandia, che non si lascia soffocare dalle proteste ed è in grado di mantenere il controllo della situazione. Un elemento fondamentale, visto che negli ultimi giorni diverse ambasciate hanno lanciato l'allerta sconsigliando viaggi nella capitale thai. 

Dall'altra parte, l'opposizione studia ogni contromossa per raggiungere l'obiettivo delle dimissioni dell'esecutivo in carica e la formazione di un Consiglio del Popolo chiamato a promuovere le riforme. Contro la premier potrebbero arrivare presto nuove accuse di corruzione per i finanziamenti (sospetti) ai produttori di riso e la supervalutazione (indebita) del cereale del recente passato; accuse che potrebbero coinvolgere anche altri ministri dell'esecutivo.

In un quadro ancora oggi incerto, conclude la fonte di AsiaNews, resta il desiderio crescente "della gente, in particolare dei giovani, di partecipare in modo attivo alla vita politica" all'insegna di un "senso di responsabilità che ha impedito finora l'escalation di violenze". Sono elementi importanti e che serviranno "un domani per riscrivere la Costituzione, per analizzare gli attuali buchi normativi e poterli colmare. Di certo la prossima Carta sarà più solida, in grado di garantire un nuovo equilibrio fra i poteri giudiziario, esecutivo, legislativo e l'influenza dei militari".