Corruzione nel Pcc, cacciata dal governo l'imprenditrice "più affascinante della Cina"
Liu Yingxia è caduta in disgrazia per i suoi stretti legami con Jiang Jiemin, un tempo presidente della China National Petroleum Corp e vicino all'ex "zar della sicurezza" Zhou Yongkang. In meno di un anno, Xi Jinping ha fatto arrestare 21 dirigenti di altissimo livello per corruzione. Secondo diversi esperti, il vero obiettivo di questa campagna di purghe è proprio Zhou: mancano solo le prove finali.

Pechino (AsiaNews) - Un nuovo "scandalo corruzione" scuote i ranghi del Partito comunista e del mondo dell'industria statale ad esso collegato. Liu Yingxia, una delle 50 donne più ricche della Cina con un patrimonio pari a 4 miliardi di yuan (circa 500 milioni di euro), è stata cacciata dalla Conferenza consultiva politica del Popolo cinese, organismo che insieme all'Assemblea nazionale del Popolo forma la Camera di consultazione dell'esecutivo nazionale.

Liu è caduta in disgrazia per i suoi stretti legami con Jiang Jiemin, un tempo presidente della China National Petroleum Corp finito in manette a settembre per "violazioni gravi alla disciplina". La formula è usata dagli organi di controllo del Partito per indicare casi di corruzione.

L'imprenditrice, definita più volte "il membro più affascinante" della politica cinese, è nota per la sua scalata al mondo dell'economia nazionale. A 20 anni fonda una compagnia di appalti edili nella città di Harbin e, grazie anche al matrimonio con il figlio di un importante membro dell'esercito, nel 2012 riesce a siglare un accordo con la compagnia nazionale per il petrolio dal valore di 110 miliardi di yuan. Alla firma è presente Jiang Jiemin, a sua volta legato all'ex "zar della sicurezza nazionale" Zhou Yongkang.

Proprio Zhou sembra essere nel mirino del nuovo esecutivo: dalla presa di potere di Xi Jinping, avvenuta nel marzo del 2013, il governo ha ordinato l'arresto di 21 funzionari di alto grado. Di questi, almeno sei facevano parte del gruppo dei protetti di Zhou. Lo scorso 19 febbraio è toccato a Ji Wenlin, per dieci anni braccio destro del potentissimo ex ministro della sicurezza nazionale: prima di lui sono finiti in carcere Guo Yongxiang, ex vice governatore del Sichuan, e Li Dongsheng, ex vice ministro della Pubblica sicurezza.

La stampa nazionale ha lanciato una serie di inchieste su questi casi, che hanno rivelato una sorta di "rete di corruzione" creata dai fedelissimi di Zhou. Pur senza implicarlo mai in maniera diretta, quasi tutti i grandi organi di stampa vicini al Partito (o controllati da funzionari comunisti) hanno riportato notizie di arresti e inchieste aperte contro dirigenti o segretari legati a "un certo funzionario di alto grado". Secondo diversi esperti, Xi Jinping starebbe aspettando di avere in mano "prove schiaccianti" prima di lanciare un attacco diretto a Zhou.