La Russia di Putin riconosce la Crimea e la sua domanda di annessione
La Ue e gli Usa lanciano sanzioni contro 21 rappresentanti russi e ucraini filo-russi. Fra essi vi è Yanukovych, ma non c'è Putin. Kiev è pronta al dialogo con Mosca, ma rifiuta l'annessione. I problemi del presente e dell'immediato futuro: i soldati ucraini in Crimea, i Tatari, l'economia della penisola finroa dipendente dall'Ucraina. Mosca avrebbe inviato 15 miliardi di rubli al nuovo Stato indipendente.

Mosca (AsiaNews) - Il presidente russo Vladimir Putin ha informato ufficialmente il parlamento e il governo di Mosca della domanda di far parte della Federazione da parte della Crimea. Ieri sera il presidente ha firmato un decreto che riconosce l'indipendenza della penisola dopo il risultato del referendum, che secondo i nuovi capi della penisola ha mostrato il 97% dei consensi.

L'Unione europea  (Ue) e gli Stati Uniti affermano che il referendum è illegale e hanno imposto sanzioni su 21 rappresentanti governativi della Russia e della Crimea. In più, il referendum si è svolto sotto il controllo di armati russi o filo-russi.

Secondo il ministero ucraino della Difesa migliaia di militari russi e di "turisti militari" russi sono infiltrati in Crimea da febbraio. Inoltre, almeno 60 mila soldati di Mosca sono ammassati alla frontiera orientale dell'Ucraina.

Le misure prese dall'Ue colpiscono 13 responsabili russi e otto ucraini filo-russi. Fra questi vi sono Sergei Axionov, autoproclamatosi premier della Crimea, il sindaco di Sebastopoli, l'ammiraglio Denis Berezovsky, capo della marina ucraina.

Gli Usa hanno deciso di colpire 11 personalità russe e ucraine, fra cui l'ex presidente Viktor Yanukovych e due alti consiglieri di Putin. Per ora le sanzioni implicano il riifuto di visti per viaggiare e il congelamento delle loro ricchezze all'estero.

Alcuni osservatori giudicano "tiepide" e "inefficaci" queste misure che oltretutto non colpiscono nemmeno Putin in modo diretto.

Il presidente ucraino ad interim, Olexander Turchinov ha dichiarato che Kiev è pronta a negoziati con la Russia sulla Crimea, ma non accetterà mai l'annessione della penisola . Egli ha accusato la Russia di voler "ricostruire l'impero" e di "aver paura di una Ucraina europea e democratica".

Intanto il parlamento della Crimea ha nazionalizzato tutte le proprietà statali ucraine e ha decretato che le leggi dell'Ucraina non sono più applicabili nella penisola che d'ora in poi adotterà il rublo russo e cambierà anche fuso orario, spostandolo di due ore per seguire l'orario di Mosca.

I problemi più immediati riguardano la presenza di soldati ucraini e delle loro famiglie in Crimea. Tutte le caserme sono controllate da armati russi o filo-russi e i soldati di Kiev sono di fatto prigionieri. Un altro problema è il destino dei Tatari musulmani (il 12% degli abitanti della penisola), da sempre nemici dell'Unione sovietica, che hanno boicottato il referendum.

Ma il problema più cocente e a lunga scadenza è come potrà sopravvivere la Crimea che dall'Ucraina riceve acqua potabile, energia, gas e il suo bilancio è coperto in buona parte dal governo di Kiev.  Secondo Axionov la Russia ha già inviato 15 miliardi di rubli (circa 295 milioni di euro) per sostenere l'economia della penisola.

Secondo commentatori asiatici, se Usa e Ue lasciano la Russia fare quello che vuole con l'Ucraina, c'è il timore che in futuro anche la Cina e la Corea del Nord si mostrino più aggressive.